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La nota

Nursind sul piede di guerra: «Sanità catanese al collasso»

Il sindacato organizzerà un sit-in davanti all'ospedale Gravina di Caltagirone per protestare «contro le gravissime criticità».

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CATANIA. Scatta la protesta degli operatori sanitari catanesi. Domani mattina (venerdì 21 maggio) il sindacato Nursind organizzerà un sit-in davanti all’ospedale “Gravina” di Caltagirone per protestare «contro le gravissime criticità nell’Asp di Catania che stanno portando la sanità etnea al collasso. La scelta della protesta è ricaduta sull’ospedale di Caltagirone perché non solo è il più grande dei presidi dell’Asp, ma rappresenta anche un caso emblematico di centralizzazione delle risorse a scapito del territorio, che al momento soffre l’assenza di una politica attenta per un ospedale che possiede un notevole bacino d’utenza».

Il Nursind in una nota a firma del segretario territoriale Salvatore Vaccaro (nella foto) e del segretario aziendale Nursind, Francesco Di Masi, parla di mancate assunzioni per oltre 100 milioni di euro. Ci sarebbero interi reparti al collasso e viene denunciata «la mancanza di oltre 400 infermieri, 477 medici, 200 Oss, 150 ausiliari e oltre 150 coordinatori infermieristici». Il Nursind ricorda di avere dichiarato lo scorso agosto lo stato di agitazione del personale di comparto senza però avere alcun riscontro. Tra le criticità il Nursind ricorda «la mancata attivazione delle procedure concorsuali interne Asp Catania per l’individuazione dei coordinatori, gravissima disapplicazione normative del contratto dove prevede che bisogna riconoscere 15 minuti per il passaggio di consegne, e l’azzeramento di 20 posti di infermiere».

«La logica dei tagli lineari- scrive il Nursind- se da una parte ha effettivamente ridotto la spesa pubblica, dall’altra non ha favorito il diffondersi della cultura dell’ottimale organizzazione delle risorse, secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, che ha generato disservizi organizzativi e carenze igieniche. Lo scopo della manifestazione è quello di scuotere l’opinione pubblica, portando all’attenzione del governo della Regione e alla politica il disagio degli operatori sanitari e della popolazione. La protesta si protrarrà sino a quando non avremo la presenza del residente della Regione in qualità di assessore alla Salute e del direttore generale».

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