CALTANISSETTA. Rete ospedaliera siciliana, la nuova legge sulla responsabilità dei medici e le vaccinazioni. Sono alcuni dei temi affrontati ieri durante “Vita e Salute”, terzo evento tematico del Pensatoio di Sicilia 2.0 articolato in 9 tavoli tematici moderati da 9 rappresentanti istituzionali che si è svolto al Cefpas di Caltanissetta. Ad aprire i lavori il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone (ndr: nella foto intervistato da Rita Cinardi) e tra i tanti interlocutori l’onorevole Federico Gelli, firmatario della nuova legge sulla responsabilità del medico, l’assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi, Ignazio Tozzo, Rino Giglione, Silvio Borrello, Giovanna Gambino e Andrea Urbani.
Onorevole Faraone, finalmente la nuova rete ospedaliera…
«Bisognava approvarla il più in fretta possibile, per troppo tempo si era discusso e non si era fatto. Noi, invece, come governo nazionale abbiamo voluto lavorare in silenzio, raggiungendo un risultato insperato soprattutto in una fase in cui l’Ars sembrava ormai in ferie. Ora si deve andare avanti, applicandola. Bisogna considerarla una rete modificabile, flessibile, perché mantenere un sistema sanitario come fosse un monolite sarebbe sbagliato. Adesso partiremo subito con le immissioni in servizio, perché i nostri ospedali hanno bisogno di più personale. Prima ci saranno le stabilizzazioni, poi la mobilità e, infine, i concorsi».
Quali saranno i tempi?
«L’auspicio è che entro l’autunno si possano avviare i primi concorsi, addirittura speriamo in estate. Mentre per quanto riguarda stabilizzazioni e mobilità si può partire anche da subito».
In cosa questa rete ospedaliera è migliore rispetto al passato?
«È cambiata la filosofia. C’è stato un trapassato in cui si moltiplicavano i reparti per moltiplicare i primari, per fare cortesie a qualcuno, senza preoccuparsi di quanto costasse alla collettività e di quanto fosse utile. Poi c’è stato un passato in cui si è pensato che bisognasse riformare il sistema sanitario tagliando le risorse per recuperare gli sprechi del trapassato. Oggi il senso è quello di trovare un equilibrio: da un lato realizzare ciò che serve per i cittadini e dall’altro tenere conto dei bilanci. Questa è una rete ospedaliera figlia di questa filosofia. Sulle singole questioni che riguardano i singoli ospedali e i singoli interventi da modificare ho sentito l’assessore Gucciardi che mi ha rassicurato sul fatto che il canale del dialogo è aperto, per cui se ci dovessero essere errori o modifiche da apportare sicuramente il governo regionale provvederà».
Più posti letto non significano necessariamente una migliore Sanità…
«Noi dobbiamo riuscire a far funzionare il sistema sanitario nel suo insieme, molto più complesso del singolo ospedale. Se quell’ospedale diventa l’unico avamposto del sistema sanitario rischiamo di non essere efficaci nell’offerta. Tanto è vero che spesso gli ospedali siciliani finiscono nelle cronache dei giornali per affollamenti nei pronto soccorso, aggressioni, liste d’attesa infinite. Se noi facciamo funzionare tutto il circuito che c’è attorno all’ospedale, penso che tutto questo lo abbandoneremo. Così come funziona in altre regioni d’Italia può funzionare anche qui. Noi questa mentalità perversa per cui la Sicilia deve stare sempre in fondo alle classifiche compresa quella della Sanità la dobbiamo abbandonare. Dobbiamo arrivare a quei livelli lì ed è possibile».
Lo stato di salute della Sanità siciliana?
«Ci sono per fortuna eccellenze che devono rappresentare una sorta di lepre per far funzionare il sistema sanitario complessivamente. Abbiamo potenzialità enormi, partiamo da dietro rispetto al sistema sanitario italiano, e lo dico con rimpianto. Non siamo riusciti a modificare il titolo V della Costituzione con il Referendum che avrebbe consentito di gestire complessivamente il sistema sanitario come un’unica entità anziché parcellizzare le regioni, però questo può essere un elemento di responsabilizzazione per la classe dirigente siciliana per fare funzionare il sistema sanitario dell’Isola».
L’onorevole Federico Gelli si è soffermato invece sulla nuova legge riguardante la responsabilità dei medici. «Aumentano le tutele e le garanzie dei professionisti e degli operatori della sanità- ha sottolineato Gelli- attraverso misure di prevenzione, una modifica del codice penale e un diverso grado di responsabilità sul codice civile. Il professionista potrà agire con meccanismi di difesa attraverso una copertura assicurativa per un’azione di rivalsa ma il tutto sarà garantito e coperto assicurativamente dalle strutture sanitarie».
Nel corso del suo intervento Gelli si è soffermato sul tema dei vaccini: «Da medico igienista dico che un professionista che ha studiato tutta la vita l’importanza e il ruolo della medicina non può che promuovere e garantire la vaccinazione. Dunque chi non lo fa si assumerà questa responsabilità, a mio avviso dovrà essere radiato dall’ordine dei medici: lo proporrò sul disegno di legge su cui stiamo lavorando, inerente l’obbligatorietà dei vaccini nelle scuole. La carenza delle vaccinazioni ha portato a una recrudescenza del morbillo con un migliaio di casi che vuol dire che ci troviamo di fronte a una nuova epidemia dopo 20 anni, quindi mi sembra un fenomeno abbastanza allarmante».
«I vaccini sono lo strumento più importante per prevenire le malattie infettive– aggiunge Gelli- Chi dice che vanno contratte perché in questo modo ci si immunizza dice una grande sciocchezza, perché tutte le malattie infettive hanno gravi complicanze. Poi uno può anche gestire la malattia e superarla brillantemente, ma il 30 per cento delle persone con morbillo va incontro a complicanze. La vaccinazione è l’unica risposta vera, tempestiva ed efficace contro la stragrande maggioranza delle malattie infettive».