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L'allarme del sindacato dei medici

Nomine nella Sanità, il Cimo Sicilia: «Un valzer dettato da giochi di potere della politica e che rischia di ritardare le assunzioni»

L'allarme del sindacato dei medici

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PALERMO. «Ad un passo dal traguardo dello sblocco delle procedure assunzionali, mentre i Direttori Generali incalzati dall’assessore Gucciardi si accingono a presentare il piano triennale dei fabbisogni del personale, arriva l’ennesimo giro di valzer delle poltrone della sanità, che rischia di far inceppare il meccanismo».

La segreteria regionale del Cimo Sicilia (nella foto di archivio una manifestazione) commenta così le recenti nomine di alcuni commissari straordinari in Asp ed Ospedali, aggiungendo: «Martedì 27 giugno è stata la giornata della protesta dei precari della sanità. Si attendevano una risposta dalla politica, chiara ed immediata. È arrivata lo stesso pomeriggio, la risposta dei giochi di potere, della politica inconcludente, impegnata unicamente nella spartizione delle poltrone e nelle convenienze personali».

Aggiunge il Cimo: «Qualsiasi persona dotata di un briciolo di buon senso e di raziocinio, avrebbe trovato fuori luogo silurare o spostare anche uno solo degli attuali manager della Sanità in questo frangente così delicato. In passato, in buona compagnia, lo avevamo chiesto a gran voce e non siamo stati ascoltati. Ma ora no. Non era questo il momento di riaprire le danze. Farlo ora potrebbe equivalere a far saltare o a ritardare rovinosamente proprie le procedure legate alle assunzioni. La decisione della giunta regionale ha pertanto dell’incredibile e asseconda unicamente logiche spartitorie».

Secondo il sindacato «lo stesso Gucciardi aveva fatto intendere che non era il caso di cambiare, in questa fase così delicata. Non è stato ascoltato e non ha avuto la forza necessaria a difendere la posizione. Ha capitolato di fronte alle vedute ristrette di un provincialismo politico che rischia di frenare ulteriormente un lavoro che di certo non ha brillato per rapidità ed efficacia».

«Noi non intendiamo difendere nessuno, anzi abbiamo di recente criticato aspramente l’operato del DG Ficarra all’ASP di Agrigento, ma non è questo il metodo e il momento- sottolineano dal Cimo- Se non lo si ritiene all’altezza del compito, cambiarlo solo di poltrona non ha alcun senso. Appare invece come un camouflage, utile forse a nascondere ma non a risolvere i problemi».

Inoltre il Cimo sottolinea: «Anche lo spostamento di Maurizio Aricò lascia interdetti. Viene annunciato in vetta alla speciale classifica stilata da Agenas e il giorno appresso si ritrova trasferito ad altra sede. Com’è possibile privarsi del primo della classe? L’unica spiegazione è che nonostante i buoni voti in pagella abbia alla fine riportato un bel “7” in condotta. Probabilmente avrà detto un NO di troppo al Ras della provincia».

«Nel gioco delle tre carte, oltre al Re di danari e a quello di coppe, c’era bisogno anche del fante di bastoni. Il malcapitato Gervasio Venuti è finito così intrappolato suo malgrado nel perfido gioco. Altra mossa inadeguata e intempestiva in un’azienda che sta subendo una profonda trasformazione derivata dalla nuova Rete Ospedaliera».

«E che dire dell’unico bocciato?», si chiede il Cimo, aggiungendo: «Non possiamo sottacere del siluramento del DG del Papardo di Messina, Michele Vullo, sostituito da Letizia Di Liberti. Gucciardi dovrà privarsi, in questa delicatissima fase, di colei che finora ha controllato Atti Aziendali e Dotazioni Organiche presentati dai Direttori delle Aziende Sanitarie. Ma perché solo Vullo? Che avrà mai fatto di tanto grave per essere messo dietro alla lavagna in una classe che certamente non ha brillato per profitto?».

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