Un appello lanciato al premier, al presidente della Repubblica e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin (nella foto) per invertire la rotta che negli ultimi anni ha causato «i tagli alla Sanità e gli accentramenti dei servizi nei capoluoghi, distanti chilometri dai nostri fragili territori».
A lanciarlo è il Cisadep, coordinamento di comitati nati spontaneamente in varie regioni d’Italia per tutelare e difendere il diritto alla Salute in zone disagiate e periferiche del Paese.
«Siamo abitanti dell’Italia minore, delle zone interne e rurali, delle piccole isole e delle zone montane, delle periferie delle aree metropolitane», è l’incipit del documento, che prosegue così: «Siamo stati i primi a soffrire, in questi anni, i tagli alla Sanità e gli accentramenti dei servizi nei capoluoghi, distanti chilometri dai nostri fragili territori. Ci siamo resi conto che ciò che avveniva nel nostro piccolo o medio Comune e nel nostro ospedale di riferimento, in realtà stava accadendo ovunque in Italia».
Da qui l’idea: «Abbiamo deciso di unirci per rivolgerci alla politica regionale e nazionale e chiedere con urgenza una nuova riflessione inerente l’organizzazione, la programmazione, la gestione economica della Sanità da parte delle Regioni in merito alle Aree Particolarmente Disagiate, per assicurare pienamente, in questi territori svantaggiati in tutta la Repubblica, il Diritto alla Salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, con pari condizioni di accesso e con uguaglianza, equità ed universalità»
Il Cisadep sottolinea: «Il sisma dello scorso anno in centro Italia ha dimostrato quanto siano delicate le nostre realtà. Tagliare servizi nelle aree disagiate e periferiche significa condannarle al declino».
Infine, l’appello: «Ci auguriamo che la politica acquisisca una nuova sensibilità, affinché si occupi con un piano programmatico e di sistema per invertire questa dolorosa tendenza. Saremmo lieti di presentare personalmente le nostre istanze al ministro Lorenzin augurandoci che voglia incontrarci per ascoltare la nostra voce».
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