Le nuove raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla gestione dei pazienti Covid-19 positivi asintomatici e non più sintomatici potrebbero rivoluzionare le regole sull’isolamento per come le abbiamo conosciute fino ad ora.
Nelle linee guida provvisorie da poco pubblicate L’OMS non raccomanda più il doppio tampone negativo per certificare la guarigione da Covid-19 e liberare i pazienti dall’isolamento, ma bastano invece tre giorni senza sintomi. Indipendentemente dalla severità dell’infezione non è più richiesto il doppio tampone negativo per certificare la fine della malattia. I nuovi criteri richiesti per porre fine all’isolamento sono: Per i pazienti sintomatici: 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni senza sintomi (incluso senza febbre e senza sintomi respiratori). Per i pazienti asintomatici: 10 giorni dopo il tampone positivo.
La modifica è stata decisa in base alle evidenze che dimostrano che il virus attivo, in grado di replicarsi e di infettare, non risulta presente, se non eccezionalmente, nei campioni respiratori del paziente dopo 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi, e in particolare nei casi di infezione lieve, contestualmente alla formazione di anticorpi neutralizzanti. Appare quindi sicuro liberare il paziente dall’isolamento sulla base di criteri clinici, piuttosto che sulla ripetizione dell’esame del tampone, che può continuare a rilevare tracce non vitali di RNA (non pericoloso) per molte settimane. Inoltre lunghi periodi di isolamento per soggetti senza sintomi incidono sul benessere individuale, sulla società e sull’accesso alle cure sanitarie.
Quindi, se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, il paziente potrebbe essere liberato dall’isolamento dopo 10 giorni + 3 = 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; per un paziente con sintomi per 14 giorni, il paziente può essere rilasciato dall’isolamento dopo 17 giorni dall’insorgenza dei sintomi (14 giorni + 3 giorni =); per un paziente con sintomi per 30 giorni, il paziente può essere rilasciato 33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi (30 + 3 ) .
L’epidemiologo Luigi Lopalco, in una intervista al Corriere.it ammette: «Sono moltissime le persone prigioniere in casa per settimane che non manifestano sintomi e capitano anche casi di tamponi positivi dopo due tamponi negativi. Questi esami li stiamo inviando a laboratori specializzati per capire se si tratta di un residuo di Rna non vitale o se il virus cresce in coltura e quindi potrebbe essere ancora contagioso. Gli Stati Uniti hanno recepito le nuove linee guida dell’Oms, vediamo che cosa deciderà l’Italia»