È stata istituita la Scuola di Specializzazione in “Medicina e Cure palliative” con decreto legislativo del 20 dicembre 2021 emesso dal Ministero dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Mistero della Salute. Grazie all’emendamento presentato nel 2020 dal deputato siciliano Giorgio Trizzino (intervistato da Insanitas) nascerà ufficialmente la figura del palliativista anche in Italia.
Qual è stato l’iter legislativo che ha permesso la nascita della scuola di specializzazione per le cure palliative?
«Il percorso legislativo è stato attivato da un mio emendamento che poi fu inserito nel “Sostegni Bis”. In seguito, è stata avviata la fase di interlocuzione tra il Ministero della Salute e quello dell’Università e della Ricerca per definire sia i requisiti, sia i contenuti didattici. Nella seconda fase, che si è già conclusa, sono stati quindi definiti gli standard che definiscono la scuola di specializzazione in cure palliative. Tali criteri saranno pubblicati a febbraio e gli atenei dovranno adeguarsi a queste nuove indicazioni».
Quando potranno partire concretamente gli studenti?
«La partenza è prevista per la fine del 2022. Adesso gli atenei dovranno autocandidarsi e dovranno cercare di essere individuati dal Miur tra le sei sedi che potranno essere attivate in tutta Italia».
C’è la possibilità che la scuola di specializzazione sia istituita anche in Sicilia?
«Io mi auguro di sì, anche perché ci sono tutte le condizioni per cui l’ateneo palermitano possa accedere tranquillamente alla gestione di una delle sei scuole italiane. Per poterlo fare, infatti, è necessario che la parte didattica sia collegata alla parte operativa, alle reti domiciliari e agli hospice ospedalieri. Palermo è una delle città italiane più attrezzate da questo punto di vista, ci sono diversi hospice e una rete domiciliare molto organizzata».
Ci sono novità in merito anche per i pediatri…
«Su input dato dell’emendamento che ho presentato siamo riusciti a rendere obbligatoria per tutte le società di pediatria l’inserimento nell’ordinamento didattico della scuola di specializzazione un corso dedicato alle cure palliative pediatriche, sarà quindi attivato ad hoc».
Quanto è importante istituire la scuola di specializzazione in cure palliative e la figura che ne viene fuori?
«Il palliativista è fondamentale per dare attuazione a quello che è uno degli obiettivi del Pnrr e rendere attuabile l’accreditamento che è stato fatto ultimamente per la rete delle cure palliative. Finalmente potranno essere utilizzati specializzati nell’ambito della disciplina e non più prestati da altre discipline, vedi oncologi o anestesisti. Inoltre, si potranno fare i concorsi per primario in cure palliative e ci potrà essere una specificità nella materia, così il palliativista avrà la stessa dignità e dimensione del pediatra, del chirurgo, del cardiologo, per cui potranno a tutti gli effetti essere operativi nell’ambito delle reti nazionali».
Tutto ciò quando sarà operativo?
«I primi palliativisti usciranno dalla scuola di specializzazione tra quattro anni, però in questi anni gli specializzandi in cure palliative potranno essere utilizzati, come avviene per le altre specialità, negli hospice e nelle reti domiciliari, quindi, potranno essere già assunti. Questo darà un po’ di ossigeno ad una carenza enorme che c’è nelle strutture di cure palliative. In questa ultima finanziaria sono riuscito a fare passare un altro piccolo emendamento che consente ai professionisti che operano nelle reti di cure palliative di vedere riconosciuta l’esperienza maturata sul campo, dimostrando tre anni di attività lavorativa all’interno delle reti di cure palliative, e poter essere, a tutti gli effetti, inserito come palliativista».
Lei è soddisfatto di questo risultato?
«Sì molto, per me questo risultato è valso la mia presenza come deputato in questa legislatura, essere riuscito a raggiungere questi obiettivi, perché c’è anche quello dell’accreditamento delle reti di cure palliative e di terapie del dolore, passato un po’ inosservato. Ad agosto, infatti, durante conferenza Stato-Regioni è stato firmato l’accordo sull’accreditamento delle reti territoriali per le cure palliative. Si tratta del primo accreditamento di rete assistenziale che si fa in Italia, non esiste neanche per l’oncologia o la cardiologia ad esempio. Ciò significa che chi vorrà operare all’interno delle reti dovrà avere degli standard e dei requisiti precisi sanciti durante la conferenza Stato-Regioni».