È il primo antivirale orale contro il Coronavirus che può essere utilizzato a domicilio senza l’intervento diretto di un medico: il Molnupiravir (MK-4482, EIDD-2801) prodotto da “Merck” (MSD) e “Ridgeback Biotherapeutics”, che in Italia potrebbe arrivare a fine novembre. «L’azienda produttrice sta richiedendo l’autorizzazione per l’utilizzo in emergenza del Molnupiravir agli Stati Uniti e alle agenzie regolatorie di tutto il mondo- precisa Antonio Cascio (nella foto di Insanitas), professore di Malattie Infettive e Tropicali all’Università di Palermo e direttore della relativa Unità Operativa Complessa del Policlinico “Giaccone”- Parliamo di un antivirale orale in fase di sperimentazione clinica, che secondo la Merck ha ridotto di circa il 50% il rischio di ospedalizzazione o di morte in base ai risultati dell’Interim Analysis della fase III del trial Move-Out condotto su pazienti adulti non ospedalizzati, con Covid-19 in forma lieve o moderata, ma con rischio di sviluppare una forma severa della malattia. Se approvato Molnupiravir potrebbe essere il primo farmaco antivirale in uso per il trattamento domiciliare di Covid-19».
Fino ad ora, l’unico antivirale utilizzato contro il Coronavirus è stato il Remdesivir che però deve essere somministrato per endovena e, quindi, in ospedale. Il Molnupiravir è invece una pillola da assumere a casa con un bicchiere d’acqua, che sabota il genoma del Sars-Cov-2 impedendogli di replicarsi. Ciò deve succedere nei primi 6-7 giorni di malattia, quando è ancora nella fase virale, altrimenti gli antivirali diventano inefficaci. Per questo motivo è importante la nascita di un farmaco che il paziente può prendere subito a casa in autonomia, piuttosto che dover attendere i tempi tecnici per il ricovero in ospedale. «Secondo i dati della Interim Analysis, il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto Molnupiravir sono stati ospedalizzati entro il 29esimo giorno dal momento della randomizzazione (28/385), contro il 14,1% dei pazienti che sono invece stati trattati con placebo (53/377). Inoltre, fino al 29esimo giorno dalla somministrazione, nei soggetti che hanno ricevuto il farmaco non è stato riportato nessun decesso, a fronte di 8 pazienti morti trattati con placebo- riferisce il professore Cascio- Le due aziende hanno spiegato, con in mano questi risultati positivi, che il reclutamento dei pazienti è stato interrotto anticipatamente, seguendo quanto raccomandato da un Comitato indipendente di monitoraggio dei dati e in consultazione con la Food And Drug Administration. In futuro il farmaco dovrà essere somministrato appena insorgono i primi sintomi in un paziente con tampone positivo, sia non vaccinato che vaccinato. Teoricamente un ciclo di terapia potrebbe essere usato come chemioprofilassi anche per i contatti stretti con persone positive».
Molnupiravir è efficace contro le varianti
I risultati della Interim Analysis pianificata hanno valutato i dati di 775 pazienti inizialmente coinvolti nel trial di fase III entro il 5 agosto 2021. I criteri di eleggibilità hanno previsto che tutti i pazienti avessero una diagnosi di Covid-19 lieve o moderata confermata in laboratorio, con la comparsa dei sintomi entro 5 giorni dalla randomizzazione nello studio. «Tutti i pazienti erano considerati ad alto rischio di malattia grave a causa di problemi di salute come obesità, diabete o malattie cardiache. L’antivirale ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e/o di decesso in tutti i sottogruppi principali dello studio- afferma ancora l’infettivologo palermitano- Da sottolineare che l’efficacia del farmaco non è risultata influenzata dalla data di comparsa dei sintomi o da altri fattori di rischio. Inoltre, sulla base dei partecipanti arruolati con viral sequencing data (circa il 40%), Molnupiravir ha dimostrato un’importante efficacia in tutte le varianti virali note: Gamma, Delta e Mu. L’incidenza di ogni evento avverso è risultata comparabile nei gruppi trattati con Molnupiravir e con placebo (rispettivamente 35% e 40%). Infine, l’incidenza di eventi avversi legati al farmaco è risultata comparabile (12% e 11%). Un numero di pazienti inferiore ha interrotto la terapia nel gruppo di controllo trattato con Molnupiravir (1,3%) rispetto al gruppo trattato con placebo (3,4%)».
10 milioni di dosi prodotte entro il 2021
“Terapie antivirali che possono essere assunte a domicilio senza una ospedalizzazione del paziente rappresentano oggi un’opzione terapeutica fondamentale. Siamo orgogliosi” ha tenuto a dire Wendy Holman, Chief Executive Officer di Ridgeback Biotherapeutics. Msd ha già iniziato la produzione di Molnupiravir e intende produrre 10 milioni di dosi entro la fine del 2021. In seguito ne verrà prodotto un numero maggiore nel 2022. «L’azienda ha stipulato un accordo di procurement con il governo Usa (per circa 1,7 mln di dosi dopo il via libera dell’ente regolatorio) e sta stipulando accordi di acquisto e fornitura con altri governi a livello mondiale, sempre condizionati ai via libera al medicinale. Si intende adottare una politica differenziata dei prezzi, in grado di riflettere la diversa capacità dei singoli Stati di finanziare la risposta sanitaria alla pandemia. Sono previsti anche accordi di licenza volontaria non esclusiva con produttori di farmaci generici così da poter accelerare la disponibilità del farmaco in più di 100 Paesi a basso o medio reddito. La pillola agisce interferendo con un enzima, la polimerasi virale, che il coronavirus usa per copiare il suo codice genetico e riprodursi. Esercitando la sua azione antivirale attraverso l’introduzione di errori di copiatura durante la replicazione dell’RNA del virus, ne impedisce di fatto la duplicazione» conclude Antonio Cascio.