Riceviamo e pubblichiamo la lettera sul delicato tema della mobilità volontaria regionale inviataci da un nostro lettore.
Gentilissima redazione,
sono uno dei tanti operatori della Sanità siciliana al quale viene negato il diritto di avvicinarsi a casa. A causa della Legge 114/2014, che ha modificato quanto previsto dal CCNL in materia di mobilità volontaria, rendendo obbligatorio l’assenso dell’Amministrazione di appartenenza, la maggior parte dei Commissari delle Aziende Sanitarie regionali bloccano ogni trasferimento (salvo non ben motivate eccezioni), non concedendo il previsto nulla osta, adducendo quale motivazione principale la cronica carenza di personale.
In conseguenza di ciò gli operatori siciliani vengono scavalcati da colleghi provenienti da Aziende di altre Regioni, ai quali invece viene concesso il tanto agognato nulla osta. Il trasferimento per mobilità in ambito regionale non comporta per il SSR nessun aggravio di spesa, a differenza di quella in ambito extraregionale. Non sarebbe solo questo un buon motivo? Il buon andamento della P.A., l’imparzialità della stessa, il contenimento dei costi non sono argomenti che sembrano interessare gli attuali Commissari. Ma allora quali sono i principi che regolano la loro azione?
Perché solo agli operatori siciliani non deve essere permesso di avvicinarsi ai propri affetti?
Perché dobbiamo essere noi a pagare le conseguenze dell’inerzia di alcuni Commissari nell’avviare le procedure di reclutamento?
Perché, nonostante le precise ed imperative circolari assessoriali in materia di reclutamento, che prevedono tra l’altro l’utilizzo condiviso di graduatorie vigenti anche di altre Aziende del SSR, alcuni Commissari decidono di non utilizzarle per sostituire il personale che vuole trasferirsi?
Perché l’Assessorato alla Salute permette tale discrezionalità agli attuali Commissari che si traduce inevitabilmente in discriminazione? Perché tale mancanza di uniformità nel territorio regionale?
Perché i nulla osta vengono concessi o negati senza criteri chiari? Perché in Sicilia la Pubblica Amministrazione può non essere trasparente?
Perché in Sicilia bisogna ricorrere all’intervento di un Giudice per far valere i propri diritti? NOI non abbiamo soldi e tempo da buttare. E nel frattempo che succede? Chi paga le maggiori conseguenze di questo continuo braccio di ferro tra le Direzioni aziendali e gli operatori sanitari? IL CITTADINO SICILIANO. LA SANITÀ SICILIANA.
Egregio Assessore alla Salute le chiediamo di intervenire! Le chiediamo di emanare un’apposita circolare o di fornire indicazioni ai Commissari delle Aziende Sanitarie siciliane affinché concedano senza indugio i nulla osta alle richieste di trasferimento in ambito regionale, visto che il personale trasferito potrebbe facilmente ed in tempi estremamente rapidi essere sostituito, stante anche le diverse possibilità concesse dalle circolari assessoriali in materia di reclutamento.
Alle testate giornalistiche alle quali è indirizzata la presente missiva chiediamo di intercedere presso l’Assessore alla Salute e di vigilare e di mantenere alta l’attenzione su una problematica che riguarda numerosissimi operatori della Sanità siciliana. Restiamo in attesa di un concreto intervento da parte del competente Assessorato e della Politica Siciliana tutta.