Dal palazzo

L'approfondimento di Insanitas

Miomi e sarcomi uterini, ecco come diagnosticarli e curarli

L'intervista ad Antonio Simone Laganà (Dipartimento "PROMISE" di UniPa), il quale insieme a Vito Chiantera (Arnas Civico) coordina il congresso di Palermo della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia.

Tempo di lettura: 4 minuti

Miomi e sarcomi uterini: una diagnosi accurata è fondamentale per pianificare il management della paziente, ma quella differenziale non è sempre semplice. Al vaglio degli esperti internazionali anche nuove terapie per il trattamento dei miomi, spesso fonte di preoccupazione per le donne che ne soffrono.  Sul tema Insanitas ha approfondito l’argomento con Antonio Simone Laganà (Dipartimento “PROMISE” dell’Università degli Studi di Palermo), che anticipa pure i temi che saranno trattati durante il congresso di Palermo della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia.

Miomi uterini o fibroma all’utero e sarcomi uterini, qual è la differenza e come vengono diagnosticati?
«Il più delle volte il fibroma uterino (definito anche mioma o leiomioma), non presenta sintomi iniziali e viene scoperto casualmente durante una normale visita ginecologica. Si tratta di tumori benigni costituiti da tessuto muscolare e fibroso che si sviluppano nella parete muscolare dell’organo. Di natura altamente maligna sono, invece, i sarcomi uterini. La diagnosi differenziale è prevalentemente l’ecografia con l’ausilio del Color Doppler: i miomi, infatti, presentano scarsa vascolarizzazione, prevalentemente periferica; al contrario, i sarcomi uterini presentano maggiore vascolarizzazione, prevalentemente centrale. Un altro esame che si può fare è la risonanza magnetica. La diagnosi definitiva si può ottenere con l’intervento chirurgico e l’esame istologico. La sintomatologia per il fibroma varia: le manifestazioni comuni comprendono sanguinamento uterino anomalo, dolore pelvico e, in una percentuale minore dei casi, infertilità».

Quali sono i trattamenti e le cure da seguire?
«Le tipologie di trattamento sono farmacologiche, chirurgiche e la procreazione medicalmente assistita nel caso di infertilità non risolvibile con altri tipi di trattamento. Per i miomi uterini esiste un protocollo ben definito, anche se la scelta terapeutica è influenzata da tante variabili come numero, volume e posizione dei miomi, età della paziente, precedenti gravidanze, desiderio o meno di ulteriori gravidanze, comorbidità che, ad esempio, possono controindicare l’utilizzo di alcuni farmaci ormonali, o che possono impedire un intervento chirurgico per alto rischio anestesiologico. Anche la scelta del trattamento farmacologico è variabile in base ai parametri della paziente, e può spaziare dagli estroprogestinici, ai progestinici, agli analoghi del GnRH. La strategia chirurgica può essere estremamente variabile: open surgery (laparotomia), laparoscopia, robotica, in caso di miomi intramurali/sottosierosi; isteroscopia nei casi di miomi sottomucosi. Per i sarcomi dell’utero la terapia è prettamente chirurgica con radicalità oncologica, seguita o meno da chemioterapia a seconda dello stadio di malattia. Essendo una patologia oncologica, i sarcomi dell’utero vanno trattati esclusivamente nei centri di riferimento oncologici».

Relativamente ai miomi, le terapie chirurgiche dipendono, appunto, dalla posizione…
«Sono tre i tipi esistenti: sottomucosi, intramurali e sottosierosi. Da questo dipenderà il trattamento da mettere in atto. Per l’estrazione del pezzo operatorio, nel caso di chirurgia mini-invasiva si utilizza solitamente il morcellatore. A questo proposito, nel 2014, la Food and Drug Administration (FDA) americana ha messo in guardia gli operatori sanitari contro l’uso di questo strumento chirurgico utilizzato per “frammentare” miomi di grandi dimensioni (che vengono così sminuzzati e possono venire rimossi attraverso i trocars laparoscopici), in quanto potrebbe promuovere la disseminazione di detriti tumorali in addome in caso di lesione maligna occulta. Per questo motivo l’approccio è attualmente l’utilizzo di endobag entro i quali inserire il pezzo operatorio prima di utilizza il morcellatore».

Progressi nelle terapie?
«La scelta della terapia da adottare dipende da numerosi fattori. Tuttavia, al momento, nei casi non operabili l’alternativa sono le terapie ormonali, una scelta non perseguibile nelle pazienti che cercano una gravidanza, in quanto contraccettivo. Anche di questo argomento si parlerà durante il congresso a Palermo, per individuare una possibile cura farmacologica non contraccettiva».

Quali i centri abilitati in Sicilia per il trattamento delle patologie?
«I miomi uterini possono essere trattati in qualsiasi centro. Nei casi complessi dovuti alle grosse dimensioni o in caso di fibromatosi uterina multipla, quello che raccomandiamo è di rivolgersi ai centri di terzo livello con elevata esperienza chirurgica. In questi centri, infatti, viene utilizzato solitamente l’approccio laparoscopico e robotico, che permette una ripresa più veloce e anche dal punto di vista estetico le pazienti non avranno grosse cicatrici».

Il 16 e 17 febbraio presso l’NH Hotel di Palermo si svolgerà il congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia, coordinato da lei e dal prof. Vito Chiantera…
«Un importante evento internazionale, di elevato profilo scientifico, mirato all’identificazione dei migliori percorsi diagnostico-terapeutici per il management di queste condizioni cliniche, sia dal punto di vista farmacologico che chirurgico. Auspichiamo che questo congresso possa aiutare a sviluppare nuove potenziali strategie per la diagnosi ed il trattamento dei miomi e sarcomi dell’utero».

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