Riceviamo e pubblichiamo una lettera di elogio inviata all’Arnas Civico.
(NB: siamo stati autorizzati a pubblicarla con le iniziali dei nomi e cognomi).
«Sono A. M., scrivo da Caltanissetta e sono il marito della signora F. M. B., paziente ricoverata presso l’U.O. di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Civico di Palermo dal 14.09.2020 al 28.09.2020.
Premetto che mia moglie è affetta da una malattia genetica rara al cervello, la malattia di Moya-
Moya, una malattia silenziosa e letale (in Italia vengono diagnosticati circa 20 casi ogni anno).
I pazienti affetti da tale malattia presentano una stenosi progressiva delle arterie carotidi interne o delle branche prossimali di queste arterie che, con i1 passare del tempo, tendono progressivamente ad occludersi; per compensare questa condizione si sviluppano, naturalmente, dei circoli collaterali, costituiti da vasi neoformati o preesistenti, molto fragili, che possono essere responsabili di emorragie cerebrali, ictus ed ischemie (il nome giapponese Moya Moya significa nuvola di fumo perchè cosi appaiono ai raggi X i piccoli vasi sanguigni del cervello nelle persone colpite da questa rara sindrome).
Mia moglie negli ultimi due anni ha subito, presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, due delicati interventi al cervello, con relative craniotomie, per la rivascolarizzazione diretta (collegamento interno/esterno dell’arteria cerebrale media ad un’arteria piit superficiale) ed indiretta (ribaltamento di tessuto/muscolo vascolarizzato sull’area non ben perfusa del cervello) dei due emisferi cerebrali.
Essendo il Moya Moya una malattia rara, la ricerca è in continua evoluzione. Al momenta si hanno scarse evidenze sulla terapia antiaggregante, mentre si ritiene che gli interventi chirurgici siano l’unico mezzo per evitare una ulteriore progressione della malattia (che di per se è di natura degenerativa).
I pazienti affetti dal1a vasculopatia di Moya Moya, nonostante gli interventi chirurgici e l’utilizzo di antiaggreganti sono esposti a rischio di ictus, ischemie ed emorragie cerebrali.
Mia moglie, inoltre, è stata affetta, fin dalla giovane età, da endometriosi, patologia che nel corso degli anni ha sempre cercato di tenere sotto controllo con l’utilizzo di farmaci progenistinici.
In seguito alla diagnosi della malattia di Moya Moya, nel 2018, ha dovuto interrompere immediatamente tutte le cure per l’endometriosi, poichè i fannaci utilizzati avevano forti specifiche controindicazioni (ictus, ischemie ecc.).
Negli ultimi mesi la situazione è “precipitata” e l’endometriosi oltre a produrre danni all’apparato riproduttivo, ha interessato anche organi vitali come reni ed intestino che sono andati in sofferenza.
Ebbene, grazie alla straordinaria preparazione ed alla non comune dedizione del Dott. Antonio Maiorana si è riusciti ad evitare conseguenze spiacevoli.
Mia moglie è stata ricoverata il 14.09.2020 presso l’U.O. di Ginecologia ed Ostetricia, ed il Dott. Maiorana, come il migliore dei “direttori d’orchestra”, non ha tralasciato alcun particolare, preoccupandosi di effettuare tutte le consulenze necessarie (neurologica, urologica e tutta una serie di accertamenti) e studiando il caso in maniera assolutamente approfondita ed impeccabile, individuando metodi migliori per intervenire evitando rischi ulteriori al cervello della paziente, già provato dalla particolare malattia rara.
A tal fine, ha posto in sicurezza i due reni facendo apporre dagli sperialisti di Urologia due stent ureterali e successivamente ha effettuato una laparatomia sovra-ombelico-pubica con isterectomia totale ed ovarosalpingectomia bilaterale, eradicando l’endometriosi profonda infiltrante.
Inoltre, ponderando i potenziali rischi cerebrali, l’intervento è stato effettuato senza interrompere la terapia antiaggregante, pur operando in zone altamente vascolarizzate.
Mia moglie, dimessa it 28.09.2020, ha rimosso le clip metalliche ed il risultato degli interventi è stato eccellente, sia sotto l’aspetto ginecologico, sia sotto l’aspetto urologico (poiche e stata eliminata l’idronefrosi bilaterale) che sotto l’aspetto neurologico.
Non posso quindi che esprimere a Voi la stima per un “luminare” come il dott. Antonio Maiorana, persona dotata di eccezionali qualità professionali ed umane, di non comuni capacità organizzative e di gestione, legato alla sua professione in maniera straordinaria e coadiuvato da personale di altissimo livello.
L’operato accresce, senza dubbio alcuno, il prestigio dell’Ospedale Civico di Palermo, a conferma che le “eccellenze” esistono ovunque, anche nella nostra Sicilia ed anche in questi particolari momenti ove le strutture sanitarie sono provate dnramente dall’emergenza Covid-19.
Certamente il dottor Maiorana non ha bisogno di essere presentato, poiché è persona di fama indiscussa e con un curriculum articolatissimo, ma questo è quanto oggi mi sentivo di rappresentare.
Scusandomi per i termini tecnici non sempre appropriati, Vi ringrazio per il tempo concessomi».
Con osservanza.
Caltanissetta 09.10.2020
(A. M.)