Dal palazzo

Il caso

Medico aggredito alla Fiera del Mediterraneo, Costa: «Più sicurezza per i nostri lavoratori»

Dopo l'ennessimo episodio il commissario Covid sottolinea: «Urgono maggiori tutele, altrimenti sarà difficile continuare a garantire tutti i servizi che offriamo quotidianamente».

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PALERMO. «Quello che è successo oggi alla Fiera del Mediterraneo è la dimostrazione che il nostro personale ha bisogno di maggiori tutele, prima possibile. Diversamente, sarà veramente difficile continuare a garantire tutti i servizi che offriamo quotidianamente». È quanto dichiara il commissario Covid della Città metropolitana di Palermo, Renato Costa, a seguito dell’aggressione a un medico in servizio all’area tamponi drive-in dell’hub.

L’episodio si è verificato oggi pomeriggio, causato dalla reazione scomposta di un utente che insisteva per fare il tampone, nonostante il turno pomeridiano sia esclusivamente riservato ai convocati dalle Usca a fine isolamento. L’utente in questione, non essendo tra i convocati e non potendo dunque essere sottoposto a test, avrebbe inveito contro la dottoressa, prendendo a calci e rovesciando il tavolo della sua postazione.

«Scene di questo tipo sono ormai, purtroppo, all’ordine del giorno- continua Costa- Di recente, altri utenti hanno spaccato la porta dell’ufficio ingressi. Quotidianamente a rischio anche i nostri addetti all’ufficio green pass, costretti spesso a incassare gli insulti e la rabbia di cittadini che vengono ai nostri sportelli per problemi che, purtroppo, a volte, non dipendono da noi e sono risolvibili solo a livello centrale».

L’auspicio del commissario Covid di Palermo è che fatti incresciosi come questi accendano un faro su una necessità urgente: potenziare il dispositivo di sicurezza dell’hub per impedire che si verifichino episodi analoghi. «La Fiera è diventata una cittadella sanitaria: tra tamponi, vaccini e ufficio green pass riceviamo ottomila persone al giorno- conclude Costa- Proprio per questo abbiamo bisogno di aiuto per quanto concerne l’ordine pubblico: noi, da soli, non possiamo garantirlo. Ma mi pare evidente che fare il nostro dovere diventerà impossibile se continueranno a mancare le condizioni di sicurezza minime per lavorare in serenità».

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