PALERMO. «Le recenti dichiarazioni del neo assessore Ruggero Razza, se da una parte risultano condivisibili quando parla di Rete Ospedaliera da sospendere e aggiustare, di manager da rinnovare e di grande attenzione alla sicurezza nelle guardie Mediche e nei Pronto Soccorso, non hanno trovato analogo gradimento quando ha accennato ad una possibile esclusione dei medici precari nel processo di stabilizzazione indicato dal cosiddetto Decreto Madia».
Lo scrive in una nota la segreteria regionale del Cimo, aggiungendo: «“Ai medici non si applica la Circolare Madia”. Sembra questa l’intenzione del nuovo Assessore della Salute, nel solco di quanto erroneamente fatto dal suo predecessore Baldo Gucciardi, incaponitosi a puntare tutto unicamente sul vecchio DPCM del 6 marzo 2013 che garantisce l’accesso alle procedure concorsuali straordinarie soltanto a coloro i quali avevano già accumulato un’anzianità di servizio di tre anni negli ultimi cinque alla data del 30 ottobre 2013».
Il sindacato dei medici aggiunge: «Una platea che oggi è verosimilmnete ridotta all’osso dal momento che molti di questi soggetti erano anche presenti nelle vecchie graduatorie concorsuali, il cui scorrimento ha già immesso in servizio a tempo indeterminato buona parte di questa particolare categoria di precari».
Quindi il grido di allarme: «Si corre pertanto il rischio di riservare l’ammissione ai concorsi straordinari ad un numero del tutto insufficiente di soggetti, con il rischio da perdere tempo prezioso prima di constatare, fattualmente, che è necessario riaprire le procedure concorsuali per far fronte alle reali esigenze di organico negli ospedali siciliani. Passerebbero mesi e, visto che le procedure concorsuali hanno un costo. si butterebbero ancora una volta al vento preziose risorse economiche senza raggiungere il risultato atteso».
Secondo il Cimo «il problema non è nemmeno la validità di una Circolare ministeriale che, pur non avendo “forza di legge” è pur sempre esplicativa di un Decreto Legge. Infatti il D. Lgs. 75 in vigore dal 22 giugno 2017, per lo più conosciuto come Decreto Madia, in merito alla stabilizzazione dei medici precari non ha inventato nulla di nuovo. Se è vero che il comma 1 dell’art. 20 del Decreto Madia specifica che la stabilizzazione è rivolta al personale della PA di qualifica non dirigenziale, è vero anche che il comma 10 dell’art. 20 del Decreto 75/2017, deroga a questa premessa unicamente per la dirigenza medica, e non fa altro che prorogare i termini di una precedente Legge dello Stato italiano, la n° 208 del 28 dicembre 2015 (Legge di Stabilità 2016)».
Il sindacato sostiene: «Quella norma, all’art. 1, comma 543, prevedeva che “in deroga al DPCM del 6.3.2015 … gli enti del SSN possono indire, entro il 31.12.2016, e concludere entro il 31.12.2017, procedure concorsuali straordinarie per l’assunzione di personale medico, tecnico-professionale ed infermieristico, necessario a far fronte alle eventuali esigenze assunzionali emerse … Nell’ambito delle medesime procedure concorsuali, gli enti del Servizio Sanitario Nazionale possono riservare i posti disponibili, nella misura massima del 50 per cento, al personale medico, tecnico-professionale e infermieristico in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, che abbia maturato alla data di pubblicazione del bando almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni con contratti a tempo determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di rapporto di lavoro flessibile con i medesimi enti”».
Dal sindacato dei medici sottolineano: «Orbene, il Decreto Madia, nel citato comma 10 dell’art. 20, non fa altro se non prorogare l’efficacia di quella Legge al 31.12.2018 per quanto riguarda i bandi concorsuali e al 31.12.2019 per quel che concerne l’effettivo espletamento delle procedure. Nelle more che ciò avvenga, possono essere istituiti contratti di lavoro flessibile fino al 31 ottobre 2018».
Da qui, il Cimo afferma: «La norma è quindi di una chiarezza cristallina. Ma prima Gucciardi e adesso Razza, o forse i tecnici dell’Assessorato, sembrano non rendersene conto. È però difficile pensare che una norma così semplice non venga compresa soltanto in Sicilia, visto che altre Regioni (Lazio e Puglia solo per fare un esempio) l’hanno già applicata immettendo in servizio a tempi indeterminato i medici precari».
«Nasce allora il sospetto che la decisione di continuare a ignorare le norme presenti nel Decreto Madia sulla stabilizzazione dei precari non sia frutto di colpevole ignoranza bensì di una precisa volontà politica, magari legata ai dubbi sulla sostenibilità finanziaria della Rete Ospedaliera, quella dei “refusi” varata lo scorso mese di marzo. Se così fosse sarebbe l’ennesima presa per i fondelli di tanti lavoratori della Sanità che attendono invano da anni di vedere coronato il sogno della tranquillità lavorativa».
E sul tema, il Cimo chiede però al neo assessore Razza «un incontro urgente per discuterne insieme alle OO.SS. mediche e fare chiarezza una volta per tutte».