PALERMO. Definita come una infiammazione cronica intestinale, la malattia di Crohn può colpire anche tutto il tratto gastrointestinale dalla bocca all’ano. In circa il 90% dei casi, interessa maggiormente l’ultima parte dell’intestino tenue (ileo) e il colon e, se non curata adeguatamente, può portare a complicanze quali stenosi o fistole che possono richiedere un intervento chirurgico. Le cause sono ancora sconosciute ma il progresso nei trattamenti avanza e la cura diventa sempre più mirata ed efficace. All’Ospedale “Cervello” di Palermo vi è il Centro di Riferimento Regionale per la diagnosi e cura delle MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), diretto dal dottore Ambrogio Orlando che ha parlato con Insanitas (clicca qui per l’intervista video) del modo in cui si caratterizza la mattia di Crohn e dei trattamenti innovativi attualmente disponibili.
«Coordino la Rete Assistenziale sulle MICI nata nel 2013 per decreto dell’assessore alla Salute della Regione Siciliana con l’obiettivo di monitorare i trattamenti con farmaci biologici per valutarne la loro appropriatezza descrittiva e anche il rapporto tra costi ed efficacia di questi farmaci. Piano piano questa Rete è diventata una realtà con 16 Centri di cui 10 Hub e 6 Spoke. Questo del “Cervello” è il centro coordinatore SuperHub», spiega Orlando.