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ASP e Ospedali

La storia a lieto fine

L’unione fa la forza: due ospedali di Catania e Taormina salvano insieme la vita ad una neonata

Il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo e il Dipartimento Materno-Infantile dell'Arnas Garibaldi protagonisti di un esempio di cooperazione. La piccola, affetta da una grave malformazione con alto indice di mortalità, ora è stata dimessa.

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Il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo di Taormina e il Dipartimento Materno-Infantile dell’Arnas Garibaldi di Catania protagonisti di un esempio di cooperazione tra ospedali.

Lo rende noto Mauro Sturiale, Dirigente medico Anestesia e Rianimazione presso il Centro Pediatrico che opera al San Vincenzo di Taormina, sottolineando: «È finalmente andata a casa dopo circa 3 mesi di degenza la piccola Noemi (nome di fantasia), sottoposta a trattamenti ” di frontiera” dalle equipes dell’Arnas Garibaldi (Chirurgia Pediatrica diretta da Sebastiano Cacciaguerra, Neonatologia diretta da Angela Motta, Rianimazione Pediatrica diretta da Giuseppe Ferlazzo) e del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo di Taormina (Cardiochirurgia diretta da Sasha Agati, Terapia intensiva post-cardiochirurgica diretta da Simone Reali e Neonatologia diretta da Irma Capolupo)».

La piccola era affetta da una grave malformazione, chiamata Ernia Diaframmatica Congenita, già diagnosticata in gravidanza, per cui è stata fatta nascere presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Garibaldi di Nesima, diretta da Giuseppe Ettore.

Questa patologia, considerata l’emergenza respiratoria neonatale per antonomasia, ha un’alta mortalità e morbilità, ed è caratterizzata dalla comunicazione tra le cavità addominale e toracica, dovuta al mancato sviluppo del muscolo che le divide, il diaframma.

La migrazione degli organi addominali non solo determina un “ingombro” della cavità toracica, ma impedisce anche il corretto sviluppo dei polmoni, per cui alla nascita, una volta interrotta la circolazione placentare, gli scambi respiratori e l’ossigenazione di tutti gli organi sono compromessi e il neonato che ne è affetto non può respirare da solo.

Dopo la iniziale intubazione e stabilizzazione della piccola, si è proceduto alla correzione chirurgica della malformazione, in collaborazione dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione diretta da Salvo Coniglio.

Successivamente a causa della immaturità dei polmoni, e nonostante la riuscita tecnica dell’intervento, consistito nella riposizione dell’intestino e della milza in addome e nella ricostruzione del diaframma, nonostante l’applicazione delle tecniche rianimatorie e ventilatorie più moderne, la bimba non riusciva a mantenere una ossigenazione adeguata.

Ad una mancata funzione respiratoria si associava anche una disfunzione contrattile del cuore. Visto l’instabilità clinica, i medici della terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Garibaldi di Nesima hanno deciso di allertare l’ECMO team, composto da personale infermieristico specializzato, tecnici di perfusione cardiocircolatoria, anestesisti e cardiochirurghi della Cardiochirurgia Pediatrica del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo, unico Centro ECMO regionale autorizzato per i pazienti neonatali e sotto i 10 kg di peso.

Nella notte del 16 febbraio la paziente a soli 3 giorni di vita è stata sottoposta all’impianto dell’ECMO direttamente presso la terapia intensiva neonatale del Garibaldi di Nesima e trasportata a Taormina.

L’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxigenation) è un sistema che garantisce temporaneamente le funzioni sia del cuore che dei polmoni, e viene collegato al neonato attraverso due cannule inserite chirurgicamente nei vasi del collo. Questo tipo di trattamento consente la normale ossigenazione di tutti gli organi, dando il tempo al cuore di recuperare e ai polmoni di maturare.

Dopo otto giorni di ricovero presso la terapia intensiva postcardiochirurgica del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo di Taormina è stato possibile rimuovere l’assistenza ECMO con successo e la piccola è stata nuovamente trasferita presso la terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Garibaldi di Nesima dove dopo circa due mesi è stato possibile prima “svezzarla” dalle cure intensive convenzionali e poi dimetterla.

Grande soddisfazione è stata espressa dalle equipes che l’hanno assistita e partecipato, ognuno per le sue competenze, “a questo successo clinico straordinario, dimostrando l’alto livello di cura fruibile dai bimbi siciliani, e grande gioia è stata esternata dai genitori che hanno finalmente potuto riabbracciare la loro piccola bimba”.

Ed un “ringraziamento particolare” è rivolto alle Direzioni Generali e Sanitarie di entrambi gli ospedali “che hanno facilitato e reso possibile una bella storia di sanita’ d’eccellenza”.

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