È stata presentata al primo congresso internazionale sulla Leishmaniosi la ricerca epidemiologica di Leishmania nei cani sul territorio bagherese e della provincia di Palermo dal titolo “Seroepidemiological screening of asymptomatic Leishmania infections: the role of the veterinarian in a highly endemic area in Sicily” (Controllo sieroepidemiologico degli asintomatici infetti da leishmania: il ruolo del medico veterinario in Sicilia, un’area altamente endemica).
Lo studio è nato dalla collaborazione tra l’Ambulatorio Veterinario Città di Bagheria (Gino Gagliano, CLICCA QUI per l’intervista video di Insanitas)) e l’Istituto Zooprofilattico di Palermo (Fabrizio Vitale, Federica Bruno, Germano Castelli e Viviana Valenza), suscitando molto interesse durante il congresso organizzato a Malaga da LeishVet e denominato Alive (Animal Leishmaniosis International Veterinary Event). Grazie a questa ricerca scientifica condotta sul territorio è stato possibile evidenziare un dato statistico importante relativo all’elevata presenza di Leishmania sul territorio siciliano ed in particolare sul territorio di Bagheria, zona altamente endemica, dove un cane su tre è infetto da Leishmania pur non manifestando alcun sintomo.
«Questi eventi al di là della formazione che trasferiscono agli utenti, rappresentano un momento di confronto diretto tra colleghi, grazie ai quali poter sviluppare nuove idee e nuove ricerche- ha dichiarato il medico veterinario Gino Gagliano, primo firmatario dello studio- In seguito a questo incontro abbiamo pianificato una ulteriore ricerca più ampia e più complessa che riguarda la Leishmaniosi sul gatto. Con la precedente ricerca, abbiamo già diagnosticato 6 casi di Leishmania sul gatto, per cui abbiamo proposto di iniziare un altro progetto di ricerca in collaborazione con l’istituto Zooprofilattico. rappresentato dal dottore Fabrizio Vitale, uno dei maggiori conoscitori di Leishmania in Italia e nel mondo, e l’Università di Messina, con la professoressa Maria Grazia Pennisi, professore ordinario di Clinica Medica Veterinaria, che ha già fatto ricerca e continua a studiare questa malattia sul gatto».