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Dal palazzo

Polemiche sul Corso Cefpas

L’Associazione Italiana Giovani Medici si schiera contro il progetto “training on the job”

"Dispiace rilevare che la Regione assuma iniziative indirizzate ai giovani medici, senza tuttavia essersi preoccupata di conoscere il loro punto di vista - affermano i rappresentanti regionali- Il rischio è quello di condannare in un limbo alcune centinaia di giovani medici".

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Le Sedi siciliane dell’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) prendono posizione nel merito dell’annuncio dell’Assessorato regionale per la Salute di voler ricorrere all’impiego nei
Pronto Soccorso siciliani di giovani medici neolaureati, cui destinare contratti di “training on the job”, a seguito della frequenza di un semplice corso regionale di formazione professionale.

“Apprendiamo a mezzo stampa di questa iniziativa nei confronti della quale esprimiamo fortissime riserve – dichiarano i Giovani Medici siciliani del SIGM – Dispiace rilevare, innanzitutto, che la Regione assuma iniziative indirizzate ai giovani medici, senza tuttavia essersi preoccupata di conoscere il loro punto di vista. Viene proposto un percorso che non offre prospettive di sbocchi lavorativi. A dispetto di promesse di futuribili “sanatorie”, non si può non rilevare come, anche in recepimento di direttive comunitarie, in Italia sia necessario il possesso del diploma di specializzazione per rivestire incarichi di dirigente medico all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Il rischio è quello di condannare in un limbo alcune centinaia di giovani medici, per di più in setting clinici complessi e particolarmente usuranti, con l’aggravante di non poter godere di una progressione di carriera ancorché stabilizzati da una fantomatica sanatoria.”

“Quello che più ci preme sottolineare – continuano in una nota i rappresentanti regionali del SIGM – è il tema della qualità della formazione, che è strettamente connessa alla qualità e sicurezza delle cure rivolte ai cittadini, e che non può essere garantita da un corso di formazione professionale, tantomeno dal proiettare nella trincea di un Pronto Soccorso un neolaureato privo delle competenze di base necessarie a confrontarsi con la complessità delle emergenze-urgenze”.

E aggiungono: “Altre strade si sarebbero potute percorrere, inserendo i Pronto Soccorso ed i DEA nelle reti formative delle scuole di specializzazione equipollenti alla medicina dell’emergenza-urgenza già esistenti ed attive, impegnando in questo ambito i medici specializzandi degli ultimi anni di corso, ovvero quelli già prossimi al completamento di un percorso strutturato di formazione specialistica”.

Inoltre “le risorse altrimenti destinate ai corsi regionali, invece, si sarebbero potute investire in contratti aggiuntivi regionali da destinare a tali scuole di specializzazione per allargare la platea degli iscritti, oltre che all’unica scuola di specializzazione in emergenza-urgenza presente in Sicilia, con sede presso l’Università di Catania, la cui rete formativa si sarebbe potuta parimenti ampliare su base regionale, aumentandone le capacità ricettive e quindi il numero degli iscritti”.

Secondo i Giovani Medici siciliani del SIGM ” Nulla di tutto questo è stato preso in considerazione. Invece si è scelta la strada di far ricorso ai giovani neolaureati, sfruttandoli quale manodopera a basso costo. Apprendiamo dalla stampa che, se questi colleghi mai decideranno di fare questo salto nel buio, dovranno prima frequentare il citato corso regionale a fronte del pagamento di ben 2400 euro di iscrizione (costo che potrebbe essere finanziato da una Banca e poi rimborsato a rate dai tirocinanti). Atteso che sembra che a tale corso potrebbero accedere sino a 250/300 medici, ci sembra di capire che il CEFPAS potrebbe introitare almeno 600mila euro per realizzare 300 ore di formazione, cifra che appare alquanto elevata”.

Ed ancora: “Già in passato abbiamo lamentato come la Regione abbia scambiato i giovani medici per una sorta di bancomat, laddove, unico caso in Italia, è stata introdotta una quota di iscrizione per la partecipazione alle selezioni per l’accesso al corso regionale di formazione specifica di medicina, a seguito dell’affidamento all’Ordine dei medici di Palermo dell’organizzazione di tali corsi e dei relativi finanziamenti pubblici! E sembra che la giustificazione addotta dalla Regione sia tata quella di utilizzare tali somme introitate per finanziare borse di studio aggiuntive”.

Inoltre, il compenso previsto per il training on the job “sarebbe di sole 1300 euro a fronte delle 1600 euro che si percepiscono con la specializzazione, da cui detrarre anche le spese per la copertura assicurativa per la colpa grave! Un’iniziativa similare era già stata annunciata dalla Regione Piemonte, qualche giorno addietro, sollevando una levata di scudi ad opera degli Ordini dei Medici e dei Sindacati, mentre non solo gli Ordini dei medici siciliani non si esprimono sul tema, ma addirittura alcuni sindacati sembrano vedere di buon occhio questa iniziativa che mortifica non solo la componente giovane, bensì la professione medica tutta”.

Infine, l’appello: “Siamo disponibili a confrontarci a fronte dell’impegno ad adottare una seria pianificazione degli interventi, ma si ponga fine alle soluzioni emergenziali ed a ribasso, adottate sulle spalle delle giovani generazioni di medici. In caso contrario, non ci resta che continuare a pensare che la Sicilia non è una regione per giovani medici”.

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