Dal palazzo

"Gli smontabili"

La voglia di vivere nonostante le amputazioni: da Palermo al via una mostra fotografica itinerante

L'iniziativa denominata “Gli Smontabili” nasce da un’idea di Rita Abbate, fisioterapista, in collaborazione con il fotografo Alfonso Frangiamore e con la promozione di AIFI Sicilia.

Tempo di lettura: 3 minuti

La vita dopo un’amputazione non è finita anzi può ricominciare una nuova fase, un nuovo capitolo basato sulla forza di chi non si arrende e va avanti nonostante tutto.

Si può riprendere a svolgere il proprio lavoro con passione e dedizione, si può accompagnare la propria figlia all’altare, si può ritornare a praticare sport e si può continuare ad uscire con gli amici per una passeggiata o per un caffè al bar.

Questo è ciò che raccontano le immagini della mostra fotografica itinerante “Gli Smontabili”, dedicata al reinserimento sociale della persona amputata, che si è svolta a Villa Filippina dal 15 al 20 maggio con ingresso gratuito.

L’iniziativa nasce da un’idea di Rita Abbate, fisioterapista specializzata nel trattamento di pazienti amputati tramite ADI (Assistenza Domiciliare Integrata per cooperativa convenzionata con la l’Asp di Palermo), in collaborazione con il fotografo Alfonso Frangiamore e con la promozione di AIFI Sicilia, Associazione Italiana Fisioterapisti Regione Sicilia.

«L’idea di questo progetto nasce dal mio lavoro quotidiano- spiega Rita Abbate- perché mi sono chiesta come fa una persona che perde all’improvvassiiso un arto a riprendere in mano la propria vita e come fa a superare gli ostacoli che di volta in volta si presentano. Ogni giorno, entrando nelle case dei pazienti che hanno subito un’amputazione, vedo tutte le difficoltà che devono affrontare, non solo logistiche ma anche burocratiche».

Per esempio un paziente amputato può tornare a camminare dopo appena tre mesi grazie all’uso di una protesi, ma non sempre è facile ottenere queste informazioni. «L’idea è di accendere i riflettori su questa tematica per risvegliare le coscienze sotto tutti i punti di vista senza alzare troppa polemica ma dando la voce a degli eroi anonimi», aggiunge Rita Abbate.

Fondamentale in questo percorso è il ruolo del fisioterapista che sostiene non solo fisicamente ma anche psicologicamente la riabilitazione del paziente amputato e la sua famiglia. «Aiuta il paziente nella preparazione e nell’addestramento all’uso della protesi- sottolinea Abbate- ma anche dal punto di vista informativo perché spesso questi pazienti non sanno come ottenere una protesi».

«Raccontare la vita dei pazienti amputati, entrare nel loro mondo- racconta Alfonso Frangiamore, fotografo formatosi tra gli altri con Letizia Battaglia- è stato qualcosa di veramente forte. Non ti aspetti mai tutta questa forza dentro ad una persona soprattutto quando viene a mancarti un pezzo di te, un pezzo molto importante di te. Ho cercato di raccontarli fotograficamente nel modo più semplice possibile, raccontando la loro vita e il loro combattere ogni giorno»

La mostra è dedicata a Gemma Inglese, dottoressa di medicina generale, simbolo di forza e tenacia scomparsa prematuramente.

Le prossime tappe si svolgeranno sia in Sicilia sia in altre città italiane.

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