PALERMO. Quattro giorni fa arrivava da Favignana in elisoccorso all’ospedale Civico di Palermo con una semiparesi. Angelo Gallina, 35 anni, affetto da una rara sindrome, quella di Arnold-Chiari, ha affrontato un calvario per un ricovero, non avvenuto, nel reparto a lui necessario con un approccio multidisciplinare.
«Per le condizioni nelle quali mi sono ritrovato, costretto per diversi giorni su una barella in Pronto Soccorso durante gli accertamenti ho ritenuto opportuno firmare le dimissioni- ci spiega Angelo, raggiunto telefonicamente- Loro, infatti, non mi avrebbero ricoverato né in Neurologia né in Neurochirurgia ma mi avrebbero tenuto ancora in osservazione al Pronto Soccorso. Se essere ricoverati vuol dire rimanere in barella più di 48 ore al Pronto Soccorso, allora io non ho capito nulla. La mia patologia mi ha già stravolto la vita e combatto ogni giorno con la speranza di trovare uno cura. Ma può un paziente come me, accettare tutto questo?».
Insanitas ha chiesto una replica ai vertici dell’Arnas Civico, non appena dovesse arrivare sarà pubblicata. Angelo soffre di ipotensione liquorale, riesce a stare in piedi ma non ha autonomia nei movimenti. Tornato a casa infatti si è rintanato a letto, altro non può fare. Dalla risonanza effettuata non è emerso nulla, ma Angelo sta male. E chiosa: «Sono uscendo non in taxi ma in ambulanza, scusatemi se chiedo che ad essere rispettato sia il mio diritto alla salute e dunque mi indigno».
Secondo Gallina i medici gli avrebbero lasciato intendere di non essere in possesso dei mezzi necessari per indagare il suo caso specifico e che rifacendosi al referto emerso dalla risonanza non ci sarebbero state le motivazioni per un ricovero in Neurologia o Neurochirurgia. La sindrome di Chiari è una rara malformazione della fossa cranica posteriore; nei soggetti che ne sono affetti, il cervelletto esce protrude dalla sua sede naturale attraverso il foro occipitale.
Ma facciamo chiarezza, quali sarebbero questi esami diagnostici? «La mia patologia richiede esami quali la mielografia computerizzata e pure un esame del liquido cerebellare, che qui fanno ma non lo hanno reputato necessario nel mio caso», ci spiega Gallina. In passato ha avuto tre interventi alla testa, ha tutt’oggi delle parestesie. L’unica spiegazione logica che si dà è che forse qui non sanno trattare il suo caso. Nel foglio di auto-dimissioni si precisa che il paziente non ha accettato la terapia proposta con il cortisone. «Ma sia chiaro- ribatte Gallina- non è un capriccio, ho forti e conclamati effetti collaterali al farmaco quindi non potevo accettarlo e ritenerlo congruo alle mie esigenze».
Arrivato in elisoccorso da Favignana per ricevere aiuto, Angelo ora è ritornato a casa in ambulanza a sue spese, perché ancora in barella: non è certo una storia a lieto fine per lui, simbolo di chi ogni giorno in Sicilia combatte con malattie rare, spesso senza ricevere i giusti supporti. Disagi più volte denunciati anche da Cira Maniscalco, presidente del Co.sma.nn (il Comitato regionale per le malattie rare neurologiche e neurochirurgiche) che ora ribadisce: «Ancora una volta una situazione assurda, in Sicilia un paziente raro con malattia neurologica è costretto a subire un calvario alla ricerca del sacrosanto diritto alla Salute. Le istituzioni si facciano carico di questo problema e trovino una soluzione alle criticità dell’assistenza nei nostri ospedali».