PALERMO. «La Regione ha l’obbligo di garantire l’attuazione della legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Già il 12 aprile, con una inviata all’assessore regionale Baldo Gucciardi, abbiamo fatto presente che muoversi secondo un dato aggregato poteva determinare problemi e il caso di Trapani, dove l’ultimo medico non obiettore è andato in pensione, lo conferma».
Lo dicono Mimma Argurio, della segreteria della Cgil Sicilia ed Elvira Morana, del dipartimento sanità del sindacato, aggiungendo: «Chiediamo l’istituzione di un tavolo di confronto per avere contezza dello stato dell’arte in ogni singola Asp e in ogni struttura pubblica e privata».
«Il dato regionale aggregato fornito per la relazione nazionale sulla legge 194 del 78- specificano dal sindacato- non consente di mettere in luce le criticità nelle singole Asp e negli enti ospedalieri autorizzati per l’interruzione di gravidanza e di mettere in campo interventi immediati a tutela dei diritti della donna. La Regione si attivi affinché questa impasse sia rapidamente superata».
Riguardo al caso Trapani, il direttore sanitario dell’ASP, Antonio Siracusa, precisa: «Al reparto di ginecologia dell’ospedale di Trapani è andato in pensione il primario facente funzioni, dott. Tommaso Mercadante, unico medico del reparto non obiettore. Dal primo giugno nuovo primario è la Dott.essa Francesca Paola Maltese, obiettrice. L’azienda, appena ha avuto comunicata la libera scelta della dirigente medico, fermo restando che l’Asp continua a garantire il servizio presso l’ospedale di Castelvetrano, si è mossa subito per dare continuità al servizio. La prossima settimana incontrerà il medico, non obiettore, del nosocomio di Castelvetrano, per stabilire modalità e funzioni per garantire questo servizio fin da subito anche presso il S. Antonio Abate di Trapani».