Aprile e la primavera non hanno ancora chiuso le porte all’influenza. La cosiddetta influenza australiana è ancora tra noi, violenta nei sintomi e con una lunga coda come non accadeva da 23 anni. Infettivologi e medici di famiglia lo dicono da mesi e adesso sono tornati ad avvisare la popolazione: i casi andranno avanti “fino a fine aprile, soprattutto tra bambini e ragazzi”.
Influenza 2023, perché il virus circola ancora
Secondo gli esperti di Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie) “a pesare non è soltanto la circolazione del virus influenzale, ma anche quello sincinziale”. L’unione fa la forza, è il caso di dire tanto che “ha comportato un importante impatto sia in termini numerici che di ospedalizzazioni – dicono ancora gli esperti -. Basti ricordare che solo il virus influenzale porta al decesso ogni anno tra i 5mila e i 15mila italiani”.
Una simile ondata influenzale ha pochi precedenti nel recente passato. “Se negli anni scorsi, in questi giorni, la stagione influenzale poteva dirsi ormai chiusa – spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit – quest’anno si protrarrà almeno sino a fine aprile. Diverse le cause: le avverse e alterne condizioni meteorologiche; la ridotta campagna di vaccinazione antinfluenzale; la scarsa immunità della popolazione, conseguenza delle misure di contenimento anti-Covid”.
L’influenza e il ruolo del Covid
La battaglia contro il coronavirus ha alleggerito le difese contro l’influenza. Secondo gli esperti “il contenimento anti-coronavirus, che è stato certamente utile al fine di evitare la sua diffusione massiva, ha ridotto anche la circolazione di altri virus, lasciando la popolazione sguarnita, soprattutto quella più giovane e non vaccinata, nei confronti degli altri virus. Allo stato attuale – aggiunge Andreoni – occorrerebbe monitorare la situazione per stabilire se siamo di fronte ad un unicum o se l’attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente”.
L’influenza e gli altri virus
Oltre ad durare più a lungo, l’influenza quest’anno è iniziata prima rispetto agli altri anni. “La stagione influenzale di quest’anno ha avuto caratteristiche particolari – sottolinea Claudio Cricelli, presidente Simg -. È iniziata presto, alla 42esima settimana e non all’abituale 48esima, per poi raggiungere un piccolo alto e duraturo, per poi continuare a tenersi parecchio alta per tutta la stagione invernale. Allo stato attuale si osserva un calo lento e progressivo, ma siamo ancora sopra la soglia epidemica: se tra adulti e anziani si parla solo di 5,8 casi per mille abitanti, per i bambini risulta molto elevata”.
“Particolarmente importanti i numeri totali delle sindromi simil influenzali – ha aggiunto Cricelli – alla fine di marzo si parlava di circa 13 milioni di cittadini coinvolti, numero destinato ad aumentare fino a fine aprile. Ad essere circolato non è stato soltanto il virus dell’influenza, soprattutto quello A rispetto a quello B, ma anche tanti altri simili: in particolare quello Sars-CoV-2, il virus respiratorio sincinziale, l’adenovirus, quello da raffreddore”.
Gli esperti continuano a raccomandare di vaccinarsi per proteggersi ed evitare brutte conseguenze. “Le complicanze registrate, che sono state prevalentemente di tipo respiratorio e che hanno colpito soprattutto gli anziani, ci fanno ribadire un concetto: l’unico strumento che disponiamo per la profilassi dell’influenza è il vaccino. Ancora una volta occorre insistere e tentare di aumentare il tasso di aderenza alla vaccinazione”.
Influenza australiana, i sintomi
L’influenza australiana ha dimostrato di essere resistente, duratura anche se i sintomi non sono molto diversi da quelli che si manifestano ogni anno. Quelli principali sono febbre alta, problemi respiratori come tosse, mal di gola, naso chiuso, ma anche dolori alle ossa, ai muscoli, mal di testa.
Tra gli altri sintomi che si possono manifestare ci sono anche stanchezza e debolezza, diarrea, nausea e vomito (in particolare nei bambini), perdita di appetito. Il tempo d’incubazione varia da uno a quattro giorni. La durata, invece, può raggiungere una settimana per gli adulti e fino a 10 per i bambini.
Come distinguere l’influenza dal Covid
La distinzione tra influenza e Covid, per quanto riguarda i sintomi, non è semplice. Anzi, impossibile stabilire dai segnali del corpo quale virus sia stato contratto. Il motivo? I sintomi con cui si manifestano sono molto simili. Dunque l’unico modo per avere una risposta è sottoporsi ad un tampone rapido-molecolare.