ASP e Ospedali

Il caso

Il giudice dà ragione agli infermieri: l’Asp di Messina dovrà pagare 37mila euro di buoni pasto arretrati

Terza sentenza favorevole del Tribunale del Lavoro per il Nursind dopo quelle dell'ospedale di Taormina e del Papardo. Stavolta in appello il caso riguarda l'ospedale di Milazzo

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Altra sentenza favorevole agli infermieri che rivendicano il buono pasto al termine del proprio turno. Questa volta la Corte di Appello di Messina, sezione Lavoro, ha dato ragione a 14 infermieri dell’ospedale di Milazzo che rivendicavano l’erogazione dei ticket in quanto personale turnista che aveva lavorato più di 6 ore. In tutto l’Asp dovrà risarcire circa 37 mila euro per il periodo tra il 2010 e il 2015 a 14 dipendenti, assistiti dall’avvocato Francesca Ferro.

Si tratta della terza sentenza favorevole al Nursind dopo quella dell’ospedale di Taormina dello scorso mese di dicembre e ancora prima quella dell’ospedale Papardo di Messina. Questa volta c’è voluto il ricorso in Appello per veder riconosciuto il diritto degli infermieri che, come sancito dalla giustizia, non può essere scalfito neanche da eventuali problemi legati alle risorse finanziarie disponibili.

«Come preannunciato- spiegano il segretario provinciale del Nursind, Ivan Alonge e il segretario aziendale Antonello Celi– stiamo andando avanti per garantire l’erogazione dei buoni pasto che spettano agli infermieri. Già in passato il tribunale aveva ricordato che il diritto alla fruizione del buono pasto “non ha natura retributiva ma costituisce un’erogazione di carattere assistenziale, per conciliare le esigenze di servizio con le esigenze quotidiane del lavoratore”. Secondo i giudici la consumazione del pasto e il diritto alla mensa sono collegati alla pausa di lavoro e avvengono nel corso della stessa».

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