Su un totale di 251 parti monitorati nelle 8 strutture sanitarie dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), 65 sono avvenuti in area Covid. Complessivamente, dunque, il 26% delle gravide ha contratto l’infezione da Sars-Cov-2 e ha partorito con il Covid. La rilevazione è relativa alla settimana 25 gennaio-1 febbraio. Una settimana fa, invece, le partorienti positive erano il 16% dei casi.
Tra le donne risultate positive al momento del parto, il 49% non era vaccinato e l’11% aveva sviluppato sintomi respiratori e polmonari tipici della malattia da Covid. È stata analizzata,
inoltre, la condizione vaccinale di tutte le partorienti, sia le donne positive al virus sia le donne senza infezione: la percentuale delle vaccinate era solo del 55%. Di contro, il 45% delle donne in attesa e in procinto di partorire non aveva ancora fatto la profilassi vaccinale contro il virus Sars-Cov-2, nonostante sia raccomandato dal Ministero della Salute e dalle società scientifiche dei ginecologi e dei pediatri.
«Il numero di partorienti che arrivano in ospedale e risultano positive al Covid è in crescita e crea pressioni sulle strutture sanitarie costrette a duplicare i percorsi e a dirottare risorse per aree ostetriche Covid. Occorre più che mai rivolgere un appello non solo a mamme e papà, ma anche e soprattutto ai medici, in particolare i ginecologi, che seguono le gravidanze e con i quali le future madri hanno un rapporto di fiducia: avviino una campagna seria di sensibilizzazione per fugare i dubbi delle donne sulla sicurezza del vaccino e convincerle a vaccinarsi», commenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore. (ANSA).