Siamo giunti alla sesta tappa del nostro viaggio alla scoperta delle professioni sanitarie, una galassia ancora sconosciuta ai più ma che, attraverso una “costellazione” di profili professionali, contribuisce a tenere in piedi il sistema sanitario regionale. A tenere insieme questo complesso ma fondamentale settore della nostra sanità è l’ordine dei TSRM e PSTRP (Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione). “Abbiamo ritenuto fondamentale offrire visibilità a ciascuna delle 19 commissioni d’Albo che compongono il nostro ordine professionale – afferma il presidente dell’Ordine dei TSRM e PSTRP di Palermo Gandolfo Marco Macaluso – ciò soprattutto nell’interesse degli utenti che hanno il diritto di conoscere meglio una realtà plurale e complessa, della quale si parla sempre troppo poco, ma che quotidianamente garantisce a migliaia e migliaia di persone servizi sanitari indispensabili in diversi ambiti, dalla diagnostica, alla prevenzione, alla riabilitazione.
Dopo gli approfondimenti dedicati ai dietisti, ai fisioterapisti, ai tecnici sanitari di laboratorio biomedico, ai logopedisti ed ai tecnici della riabilitazione psichiatrica ecco la nostra intervista al presidente della Commissione d’Albo dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica Filippo Longo
Presidente, chi è e cosa fa il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica?
Il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica è il Professionista Sanitario abilitato all’utilizzo clinico di sorgenti di radiazioni ionizzanti, di energie termiche, ultrasoniche e di risonanza magnetica nucleare. Gestisce ed utilizza una moltitudine di apparecchiature che vengono impiegate in diagnostica per immagini, in medicina nucleare e nella radioterapia. Apparecchiature complesse normalmente presenti negli ospedali, nelle cliniche e negli ambulatori, che servono a produrre immagini del corpo umano a scopo diagnostico o terapeutico che permettono la prevenzione, diagnosi e follow up in numerose patologie. La scelta ottimale dei parametri tecnici di esposizione, il corretto utilizzo e controllo del funzionamento delle attrezzature impiegate, la verifica del corretto posizionamento del paziente nelle varie tecniche di indagine e di trattamento, l’utilizzo dei necessari strumenti di protezione per i pazienti e per gli operatori, l’ottimizzazione delle dosi di esposizione nonché l’elaborazione e il trasferimento delle immagini acquisite (tele radiologia), sono soltanto alcuni degli aspetti caratterizzanti della professione. Fondamentale è l’aspetto relazionale con i pazienti, e gli altri professionisti sanitari con i quali opera in equipe. Indipendenza, professionalità, attenzione e senso di responsabilità nei confronti dei pazienti e degli altri operatori sono essenziali per esercitare la professione con successo.
Quali sono in particolare gli ambiti sanitari nei quali è necessario l’intervento di un TSRM
Nel dettaglio, l’attività di un TSRM spazia dalle più comuni e note radiografie agli esami TAC e di Risonanza Magnetica, metodiche ormai largamente diffuse ed impiegate nel territorio. Altra disciplina diagnostica che vede coinvolto il TSRM è la Medicina Nucleare, i cui esami sono noti come scintigrafie, SPECT, PET o in trattamenti quali la radioterapia metabolica. La Radioterapia è un’altra delle attività svolte dal TSRM, trattamenti con acceleratori lineari, o laddove ancora esistente la cobaltoterapia, la Tomoterapia (disponile nella nostra provincia), la brachiterapia. Queste sono le tre grandi macroaree in cui sono coinvolti come attori principali i TSRM. Ma il TSRM è presente anche nelle sale operatorie, nelle sale angiografiche, nelle sale di emodinamica dove si svolgono attività interventistiche in cui è necessaria la presenza del TSRM per la gestione di apparecchiature dedicate che emettono raggi X e permettono agli specialisti di essere guidati durante i loro interventi; stiamo quindi parlando anche di attività salvavita, svolte in equipe con altri professionisti sanitari. Altre attività in cui sono coinvolti i TSRM sono nell’ambito della senologia (Mammografia, RM Mammo, screening mammografico) e nei servizi di Fisica Sanitaria, dove in collaborazione con il Fisico Medico provvede alla verifica periodica delle attrezzature radiologiche, nonché alla sorveglianza del personale radio esposto e dei luoghi dove sono allocati gli impianti radiologici. Quanto detto sopra viene svolto dal TSRM all’interno delle diverse strutture sanitarie, siano esse pubbliche o private; ma c’è un’altra attività propria del TSRM ed è la Radiologia Domiciliare, dedicata a tutte quelle persone fragili (anziani, persone affette da gravi patologie o che hanno subito un trauma invalidante) che sono costrette a periodi di convalescenza presso il proprio domicilio. La nostra attività è quindi trasversale a tutti i processi della sanità, non occupandosi esclusivamente di diagnostica ma anche di terapia e di supporto a tutte le branche dell’interventistica. Possiamo senz’altro affermare che il nostro ruolo nell’ambito sanitario è, parimenti a quello di medici ed infermieri, fondamentale nella produzione di salute.
Qual è il percorso di studi che si deve seguire per diventare TSRM?
Per diventare TSRM bisogna conseguire la laurea di I° livello in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia (TRMIR), la laurea è abilitante alla professione e quindi permette l’accesso immediato al mondo del lavoro, previa iscrizione all’Albo Professionale TSRM dell’Ordine TSRM e PSTRP di appartenenza. Il percorso di studi si completa con Master professionalizzanti di I° livello, che sono fondamentali per acquisire competenze specifiche; la Laurea Magistrale o Specialistica In Scienze delle Professioni Sanitarie Tecniche Diagnostiche, a cui seguono Master di II° livello e Dottorato di Ricerca. Il completamento del percorso di studi consente l’accesso all’area della dirigenza sanitaria non medica, alla ricerca universitaria e non ultimo la docenza anche in ambito universitario.
Dall’inizio della pandemia il vostro è diventato un anello fondamentale per la battaglia contro il virus. Vogliamo spiegare ai nostri lettori qual è in particolare il vostro ruolo?
Come già detto il TSRM si occupa dell’esecuzione delle radiografie e delle TAC; nei pazienti affetti da COVID-19 è fondamentale lo studio diagnostico del torace, perché i polmoni sono il primo bersaglio del virus e da subito si è compreso che la radiografia del torace o meglio ancora, quando possibile, lo studio TAC con tecnica ad alta risoluzione esplicitano in maniera univoca i danni provocati dal virus nei pazienti affetti; in alcuni casi ancor più dell’ormai tristemente famoso tampone. C’è da aggiungere che la radiografia del torace viene principalmente eseguita a letto del paziente, quindi direttamente in reparto.
Da subito, come categoria, ci siamo attivati per mettere a punto dei protocolli procedurali per contenere la possibilità di contagio tra gli operatori, prevedendo in funzione di studi e linee guide nazionali ed internazionali la necessità della copresenza di 2 TSRM durante l’esecuzione degli esami diagnostici, questo perché è competenza del TSRM preparare e posizionare il paziente prima dell’esecuzione dell’esame, così come l’utilizzo dell’apparecchiatura, e quindi si sono dovuti scindere i 2 momenti che in condizioni di assoluta normalità vengono svolti da un unico operatore. Questo ha consentito di ridurre notevolmente il diffondersi del contagio tra i nostri professionisti, nonostante ciò anche la nostra categoria professionale ha dovuto piangere per la scomparsa di alcuni colleghi. Altro ruolo importante è quello dei nostri colleghi che si occupano di Radiologia Domiciliare che garantiscono l’esecuzione delle radiografie del torace a tutti quei pazienti che sono in isolamento domiciliare, o ospitati in strutture diverse dagli ospedali (RSA – Ospizi privati – etc.)
Una imponente mole di lavoro che sta mettendo sotto stress l’intera categoria, c’è qualcosa che si può fare per migliorare le condizioni lavorative?
L’emergenza pandemica ha mandato in tilt i sistemi sanitari, in tutto il mondo mostrando soprattutto in Italia un problema legato alle dotazioni organiche dei nostri ospedali. Vale la pena evidenziare per altro come le strutture sanitarie del nostro territorio sono nella maggior parte risalenti a parecchi decenni fa, quindi progettate su più padiglioni, spesso anche lontani tra loro; in una sanità che lotta contro gli sprechi è giusto accorpare strutture analoghe per contenere i costi, ma se non avviene l’accorpamento “fisico” di tutta la struttura con la costruzione di edifici monoblocco, a poco vale ridurre le risorse umane a disposizione. Il TSRM che è deputato all’esecuzione degli esami a letto, se lo deve fare all’interno di un ospedale monoblocco potrà garantire nell’arco della sua giornata lavorativa un maggior numero di prestazioni, se invece è costretto a farlo in uno dei nostri vecchi ospedali dovrà fare i conti con gli spostamenti tra un padiglione e l’altro, riducendo il tempo della sua operatività. La crisi pandemica ha messo in risalto queste difficoltà del nostro sistema sanitario, soprattutto quello locale; definire il personale sanitario “EROI” e non capire che per affrontare qualsiasi nemico della nostra salute bisogna fornire mezzi, strutture e soprattutto essere in numero adeguato acuisce ancor di più la sensazione di inappropriatezza che caratterizza lo stato d’animo di molti operatori sanitari in questo momento così particolare. Mi auguro che chi detta le regole si renda conto della necessità di rivedere questi parametri, che tengo a sottolineare non riguardano solo la professione che rappresento ma tutto il sistema.
Come Commissione d’Albo quali sono gli obiettivi principali ai quali state lavorando?
Intanto, mi preme ricordare che l’attuale CdA dei TSRM è di fatto la continuazione storica di quello che era, precedentemente alla L. 3/18, il Collegio dei TSRM provinciale poi divenuto per effetto della legge citata Ordine Professionale TSRM e TSTRP e questo non per manifestare una primigenia ma per richiamare una continuità con quanto fatto da chi ci ha preceduto. Questa commissione oltre me è composta dai colleghi Lanzetta Michele, D’Alba Lucio, La Gattuta Marco e Zagra Angelo, ognuno di noi rappresenta le diverse realtà del nostro impegno lavorativo (dal pubblico al privato) e pertanto abbiamo un rapporto costante con il territorio e quindi con le esigenze reali. Nel corso della nostra campagna elettorale avevamo indicato come obiettivi primari la crescita professionale, da concretizzarsi attraverso diversi obiettivi quali (solo ad esempio) lo sviluppo di carriera e gli incarichi di docenza presso il nostro corso di laurea, naturalmente per realizzare ciò dobbiamo perseguire un continuo confronto con le Istituzioni, con le parti sociali e le Amministrazioni Pubbliche affinché venga riconosciuto al TSRM giusta dignità professionale. Da subito abbiamo intrapreso questa strada, cercando dapprima il confronto con l’Università (culla della nostra formazione) ed eravamo già sul punto di costituire un tavolo tecnico per un opportuno confronto; purtroppo gli eventi che tutti conosciamo ci hanno frenato e non poco, ciò nonostante i contatti sono sempre attivi ed il confronto diretto solo temporaneamente rimandato. Concludendo, voglio porgere a tutti i colleghi gli auguri di un proficuo lavoro, ricordando loro di fare molta attenzione durante la loro attività professionale.