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L'EDITORIALE

I respinti: storie di vaccini negati

Continuiamo a ricevere segnalazioni dai nostri lettori che mostrano un quadro quanto meno contraddittorio

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Da diverse settimane Paola, di Palermo, sta cercando di far vaccinare la madre di 74 anni. “Ho prenotato il vaccino ad m-Rna tramite il sito siciliacoronavirus.it – racconta – Il vaccino è stato prenotato non per età ma come persona fragile. Il 16 aprile, alla fiera del Mediterraneo, dopo un’attesa di 4 ore, ci viene detto che le spetta l’astraZeneca. Al rifiuto di mia madre ci hanno fatti andare via. “O AstraZeneca o niente”.

“Ho provato più volte ad andare in Fiera con la documentazione e le circolari che dimostrano come, in quanto soggetto iperteso non dovrebbe essere vaccinata con AstraZeneca, ma a nulla è valso il mio impegno. Mi chiedo se è giusto mandare a casa una persona ultrasettantenne con cardiopatia ipertensiva dopo 4 ore di coda senza averle fatto il vaccino?”. Non lo è.

Non è né giusto né accettabile perché la storia di Paola è anche la storia di centinaia di altre persone che da diverse settimane lottano per avere un vaccino, ma vengono rispedite a casa senza che nessuno dica loro dove, come e quando potranno essere vaccinate.

Niente vaccino neanche per il padre di Giuseppe, a cui però è capitato l’esatto contrario: aveva prenotato il vaccino AstraZeneca per il padre di 70 anni, ma il 26 marzo, giunto al centro vaccinale di Petralia Sottana, viene rispedito a casa proprio a causa dell’ipertensione arteriosa. “Non può fare AstaZeneca” sostiene il medico che lo visita. E mentre un operatore biascica qualche parola su una probabile nuova finestra che dovrebbe essere aperte “.

Due ultrasettantenni, entrambi con ipertensione arteriosa, ad uno viene imposto AstraZeneca all’altro gli viene vietato. Emerge un quadro contraddittorio con il rischio di ritrovarsi, giorno dopo giorno, di fronte ad un crescente girone dantesco di no vax al contrario: cittadini che vorrebbero vaccinarsi ma vengono spediti in un limbo del quale ancora nessuno si occupa.

E’ ora di dare una risposta chiara ed univoca perché intorno alla somministrazione del vaccino AstraZeneca c’è ancora troppa confusione.

Le circolari del Ministero della Salute che contengono le indicazione per la somministrazione di questo vaccino sono 3: quella del 9 febbraio del 2021, che ne dispone la somministrazione per i soggetti dai 18 ai 55 anni non ancora compiuti; quella successiva (del 22 febbraio) che fa rientrare nella medesima categoria anche i soggetti dai 55 ai 65 anni e quella dell’8 marzo che include, fra i coloro ai quali deve essere somministrato AstraZeneca, anche i soggetti di età superiore ai 65 anni.

In ciascuna delle tre circolari, all’allegato 3, sono riportate sempre le medesime eccezioni per soggetti estremamente vulnerabili e per i soggetti che, pur non considerati estremamente vulnerabili, “presentano patologie o situazioni di compromissione immunologica che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19”. In questa seconda categoria rientrano le malattie respiratorie e cardiocircolatorie, le disabilità, l’hiv, insufficienza o altre patologie renali, l’ipertensione arteriosa, le malattie autoimmuni, malattie epatiche, cerebrovascolari, malattie oncologiche e i trapianti di organo. A tutti coloro che presentano anche una sola di queste patologie non andrebbe fatto AstraZeneca ma un vaccino ad m-Rna (Pfizer o Moderna), ma per alcuni profili ed in particolare per i soggetti ipertesi, come visto nei casi sopra esposti, l’incertezza regna sovrana.

Il responsabile del programma delle vaccinazioni in Sicilia Mario Minore, in un recente articolo che affrontava questo stesso argomento aveva dato una indicazione chiara: “Se nel corso della visita al singolo paziente il medico ritiene di non dover somministrare il vaccino per il quale si era prenotato allora deve attivarsi al fine di consentire la somministrazione di un altro vaccino, o sul momento o nel più breve tempo possibile”. Ma la raccomandazione sembra non essere ancora arrivata a destinazione.

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