PALERMO. «La situazione è serena e non c’è alcun rischio che scoppi un focolaio all’interno del Policlinico», rassicura il commissario straordinario del Policlinico “Giaccone”, in seguito alla notizia sulle due dipendenti risultate positive al Covid-19.
Si tratta di un’infermiera del Pronto Soccorso e di un’operatrice socio-sanitaria del reparto di Gastroenterologia che viaggiavano sull’autobus della linea Segesta proveniente da Trapani nel periodo in cui a bordo vi è stato anche un cittadino positivo al Coronavirus.
Le due pendolari sono state, quindi, rintracciate dall’Asp di Trapani che, accertata la positività al virus, le ha poste in isolamento domiciliare ed escluse dai turni.
Contemporaneamente al Policlinico di Palermo è scattato il protocollo per bloccare la diffusione del virus, per cui sono stati eseguiti i tamponi ai medici, al personale sanitario e a tutti i pazienti che sono venuti a contatto con le due dipendenti, risultando tutti negativi.
Per una maggiore tranquillità del personale e dei pazienti, la direzione dell’ospedale universitario ha deciso di predisporre un altro tampone per il personale sanitario dopo 48 ore: «Il secondo tampone è un eccesso di zelo perché i tamponi sono negativi e sono tutti completamente asintomatici. I due soggetti positivi hanno fatto il turno di notte, quindi, i loro colleghi rientrano a lavoro dopo il riposo e faranno nuovamente il tampone. Avremo il risultato in due ore e poi potranno riprendere il servizio in totale serenità- spiega Alessandro Caltagirone (nella foto), commissario straordinario del Policlinico, contattato da Insanitas- Anche ai pazienti che sono stati a contatto con le due operatici sono stati fatti i tamponi, sono tutti negativi e non presentano nessun sintomo da Coronavirus».
In merito alla preoccupazione espressa dalla cittadinanza sull’episodio, il dottore Caltagirone aggiunge: «Più che altro ci dovremmo porre il problema quando i tamponi non vengono fatti, non quando si fanno. Gli ospedali proprio per questo motivo sono tra gli ambienti più sicuri, perché le persone vengono controllate. Invece, c’è tanta gente in giro che sta facendo i propri comodi, e lo vediamo dalle cronache, pertanto mi stupisce il fatto che quando arrivino in ospedale pretendano di stare ad oltre un metro di distanza dagli altri, sapendo che poi in tutti gli altri luoghi non si rispetta il distanziamento. Mi auguro piuttosto che tutti imparino ad essere precisi fuori, così come lo sono in ospedale».