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Dal palazzo

L'appello del sindacato dei medici

«I contratti Covid siano prorogati, altrimenti la Sanità siciliana rischia il tracollo»

Cimo Sicilia scrive a Razza e La Rocca esortandoli «a mettere in campo tutte le misure possibili per evitare la mancata proroga di questo personale che causerebbe una paralisi negli ospedali».

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«La fine dello stato di emergenza prevista per il 31 marzo rischia di determinare nel SSR siciliano un vero e proprio terremoto. Questo perché, negli ultimi due anni di pandemia, i problemi relativi agli organici asfittici della sanità siciliana sono stati di fatto occultati dalla possibilità offerta dai vari Decreti Legge nazionali di contrasto al Covid 19 di assumere, quasi senza limiti, il personale mancante con contratti a tempo determinato».

Lo afferma il segretario Regionale CIMO, Giuseppe Riccardo Spampinato (nella foto), affermando di avere scritto all’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, e al Direttore DPS, Mario La Rocca, «esortandoli ad attivarsi al più presto possibile per fornire input univoci ai Direttori Generali e a mettere in campo tutte le misure possibili al fine di evitare la mancata proroga di questo personale che andrebbe a creare una vera e propria paralisi di tante unità operative degli ospedali siciliani, anche con riferimento all’emergenza/urgenza».

«Finora le falle del nostro SSR sono state turate “per merito” della pandemia Covid 19 e i problemi legati alle tante croniche carenze di personale medico, sanitario, infermieristico, tecnico e sociosanitario sono temporaneamente passate in subordine grazie a questa inattesa boccata di ossigeno rappresentata da un numero non indifferente di personale reclutato con procedure d’urgenza e andato ad occupare molti dei posti vuoti negli organici ospedalieri» aggiunge Spampinato.

«Con la fine dello stato di emergenza, il rischio concreto è quello di vedere non prorogati molti di questi contratti a tempo determinato e questo comporterebbe un ritorno al passato aggravato dal fatto che nel frattempo una discreta fetta di medici e infermieri hanno lasciato per andare in pensione o anche per spostarsi nel privato in cerca di migliori fortune- sottolinea Spampinato- Va anche detto che il Governo nazionale ha previsto, nella Legge di Bilancio 2022 (comma 268) la possibilità di stabilizzare questo personale di area sanitaria impiegato durante l’emergenza Covid 19 nei limiti del tetto di spesa consentito e in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni, purché abbia maturato almeno 18 mesi di servizio al 30 giugno 2022 e la mancata proroga di questi incarichi andrebbe a cozzare proprio contro le previsioni del legislatore nazionale, non consentendo a molti di questi soggetti di maturare il requisito principale per la stabilizzazione».

Dalla Cimo aggiungono: «I rumors provenienti dalle varie Aziende sanitarie e ospedaliere delineano il solito desolante quadro di una sanità siciliana che procede a macchia di leopardo, con scelte tra le più diverse tra loro e l’incertezza regna sovrana. D’altra parte, una volta esitate le nuove Dotazioni Organiche, è assolutamente palese che questi nuovi precari sono venuti a coprire i tantissimi posti vuoti già presenti e i nuovi che si sono andati determinanto».

Da qui, appunto, la richiesta del sindacato a Razza: «Bisogna quindi trovare con la massima urgenza una soluzione politica a livello regionale che possa dare continuità all’assistenza sanitaria non dimenticando che la fine dello stato di emergenza non significherà che il Covid non c’è più e nemmeno che le altre patologie si apprestino ad andare in vacanza con l’arrivo della Primavera».

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