«Non ci rinunciamo siamo alla ricerca di una sede alternativa», era la replica nel novembre del 2022 dell’allora Dg Francesco Iudica alla notizia pubblicata su Insanitas che raccontava della soppressione da tre anni dell’Hospice di Enna, reparto che si occupa del fine vita di pazienti con patologie croniche quali ad esempio quelle oncologiche e non solo.
A fine 2022 l’attuale commissario straordinario Iudica dichiarava ad Insanitas: «non si tratta della soppressione di un reparto ma di una sospensione temporanea […] Non è stata una scelta indolore… »;
Era solo una mera scelta logistica per dare spazio a nuovi reparti/servizi. Non si trattava di una soppressione ma nei fatti il Centro non c’è più e di tempo ne è passato davvero tanto, troppo per cercare un luogo altrettanto idoneo a ospitare la struttura, come aveva assicurato il Dg Iudica. Cos’è successo dunque?
In questi ultimi giorni negli ambienti sanitari gira voce che l’Asp stia lavorando all’apertura dell’Hospice all’ultimo piano dell’ex Ciss di Pergusa, per il quale, sarebbero pervenuti- come da decreto- due importanti finanziamenti, per dare finalmente vita al Centro di riabilitazione interprovinciale multidisciplinare, un finanziamento per le parti esterne della struttura (pari a 1, 4 milioni di euro) e l’altro per l’acquisto delle attrezzature (pari a 2 milioni di euro). La notizia lascia però perplessi: cosa c’entra un reparto deputato alla cura del fine vita con una struttura finanziata per riabilitare alla vita?
Interpellato il commissario straordinario Francesco Iudica conferma che non ci sono novità sulla struttura e aggiunge: «Potrebbe anche essere deciso di collocarlo all’interno dell’ex Ciss, ma adesso dobbiamo aspettare per capire quale sarà il quadro definitivo del destino della struttura di Pergusa e poi, comunque, trovare i medici. Nelle scorse settimane sono andati deserti due concorsi, uno per il Pronto soccorso e l’altro per il Centro trasfusionale».
Ma il personale che prima vi era dedicato che fine ha fatto? E a proposito di carenza di medici: perché non affidare gli incarichi a medici esteri? Si veda L’Asp di Agrigento con i nuovi medici provenienti dall’Argentina. Qui il problema sembra essere stato- come spesso accade – di carattere burocratico.
Mentre tutto dunque fisicamente resta immobile però nel contempo vi è stata una delibera- ad agosto 2023- per riconfermare nel ruolo di primario dell’Hospice e delle Cure palliative il dottore Paolo Lo Manto, che ora svolge le proprie funzioni in ufficio.
Ci sono centinaia di persone seguite a domicilio con i servizi attivati dall’Asp, è vero, ma lo “sconquasso” fisico e psicologico di pazienti terminali e caregiver non può essere gestito a ore. Per non parlare di chi una famiglia alle spalle neanche ce l’ha e quindi rischia di morire da solo. Anche questa è un’emergenza sociale. Tra l’altro centinaia di persone seguite a casa vuol dire anche- ahimè- un bisogno in crescita e non ci si può voltare dall’altra parte.
L’Asp di Enna tra le altre problematiche da risolvere dovrà occuparsi anche di questa. Le famiglie spesso prese dallo sconforto e dall’incapacità di gestire adeguatamente la delicata condizione esistenziale dei propri cari decidono a malincuore di rivolgersi a case di cure per anziani quando prima- al terzo piano dell’Umberto I- il paziente e la sua famiglia trovavano dei locali accoglienti e il personale che forniva loro tutte le cure adeguate al caso. Cosa aggiungere? Speriamo di avere presto fatti che rassicurino la popolazione che aspetta.