La gestazione rappresenta una delle fasi più importanti della vita del nostro animale e proprio per questo necessita di un’approfondita conoscenza. È possibile che i proprietari di un cane femmina decidano di farle avere dei cuccioli così da “allargare la famiglia”. In tal caso, è necessario che adottino una serie di comportamenti per monitorare l’intero periodo di gestazione, fino allo svezzamento dei cuccioli. Sull’argomento, Insanitas ha intervistato Germana Romeo (nella foto), medico veterinario esperto in riproduzione.
Dott.ssa, quanto dura il periodo di gestazione del cane e com’è possibile diagnosticarla?
«La gestazione della cagna dura 9 settimane. Che sia gravida o meno, ha la stessa concentrazione di progesterone nel sangue, per cui solo un’ecografia a partire dai 20 gg di gestazione consente una chiara identificazione dello stato gravidico».
Da quali sintomi il proprietario dell’animale può capire che si è vicini al momento del parto?
«I principali sintomi del pre-parto sono inappetenza, isolamento in posti strani e la continua ricerca di fare una nicchia da qualche parte, raschiando terra o coperte in base al luogo dove si vive. Con un’attenta visione da parte del proprietario è anche possibile notare la presenza di un filo mucoso durante la minzione nel pre-parto».
Anche nel caso della gestazione degli animali, è possibile che si ricorra ad un parto cesareo: in quali casi?
«È possibile praticare un cesareo se vi è un problema proprio durante l’espulsione dei cuccioli, magari per mal posizionamento degli stessi (distocia) oppure per dimensioni eccessive dei nascituri. Inoltre, è possibile programmare un cesareo per alcune razze la cui capacità di partorire naturalmente è difficile per conformazione fisica».
Una volta nati i cuccioli, come ci si prepara allo svezzamento?
«I cuccioli vanno svezzati seguendo un po’ la natura. Intorno ai 20 giorni alcune mamme rigurgitano il cibo ai cuccioli, per cui a mio avviso quello è il periodo per iniziare a far assaggiare del cibo specifico adatto allo svezzamento, senza toglierli assolutamente dalla mamma ne privarlo della poppata di latte».