PALERMO. Due giorni di confronto sul futuro professionale dei giovani medici di medicina generale. Questo il tema principale di “Primavera giovani: comunicazione e collegamenti tra MMG e specialisti”, l’ultimo convegno SNaMID (Società Nazionale Medica Interdisciplinare Cure Primarie) tenutosi a Palermo e rivolto non solo ai medici di medicina generale ma anche agli specialisti in cardiologia e nefrologia.
«Questo convegno- spiega Luigi Orlando, Presidente Regione Sicilia SNaMID- è stato organizzato al fine di coinvolgere i medici giovani e i medici meno giovani in un rapporto che permetta uno scambio generazionale nel tentativo di raggiungere l’obiettivo di continuità nel lavoro della medicina generale».
I giovani medici di medicina generale hanno avuto modo infatti di discutere e confrontarsi con i colleghi veterani e con gli specialisti sul trattamento di patologie quali lo compenso cardiaco, la cardiopatia ischemica, la cardiopatia ipertensiva, l’insufficienza renale cronica e la nefropatia diabetica.
Presentato inoltre il nuovo vademecum per offrire ai medici di medicina generale gli strumenti utili a diagnosticare nelle fasi precoci l’insufficienza cardiaca, renale e ancillare in relazione soprattutto al Chronic Care Model.
«Alla base di questo c’è la cronicità, cioè- continua Orlando- il rapporto fra il medico di medicina generale e i grossi problemi che riguarderanno la popolazione che va invecchiando sempre di più e le cui patologie diventano sempre più complesse».
Attenzione anche per la sicurezza sul paziente alla base dell’aggiornamento costante della professione medica. «Per poter lavorare in sicurezza- aggiunge Roberto Stella, Presidente Nazionale SNaMID- e per poter garantire ai pazienti le migliori opportunità per quanto riguarda la salute la nostra filosofia è quella di cercare di implementare quella che è la formazione e quindi l’aggiornamento professionale che è una delle armi principali sulle quali puntare per una professione qualitativamente efficace».
E a proposito dei futuri medici di medicina generale aggiunge: «In una società medica che è quella attuale in cui è previsto un forte ricambio generazionale, quindi l’uscita dalla professione di un numero molto elevato di medici nei prossimi anni, certamente il nostro imperativo come società scientifica è quella di cercare di preparare in maniera adeguata le future generazioni che prenderanno il nostro posto».