PALERMO. Anche quest’anno l’Asp di Palermo organizza un incontro divulgativo inserito nella annuale Giornata Nazionale Parkinson, patrocinata dalla Onlus Fondazione Limpe per il Parkinson. L’evento si terrà sabato 26 novembre al teatro Jolly, con inizio alle 9.30. Il taglio comunicativo che si proporrà ai pazienti palermitani sarà quello di “informare per condividere”.
L’evento sarà articolato in una prima parte “tecnica”, in cui si terranno tre relazioni inerenti la gestione dell’Ambulatorio Dedicato Parkinson, con la integrazione al suo interno delle figure dell’infermiere dedicato, dello psicologo, e del terapista della riabilitazione. Nella seconda parte, invece, ci saranno due relazioni tenute da due “amici” coinvolti direttamente nella gestione della patologia, inframezzate da interventi musicali ed umoristici, tesi a rendere l’incontro “leggero” e familiare.
Dall’attività biennale degli Ambulatori dedicati dell’ASP di Palermo, coordinati dal neurologo referente aziendale, dottor Carlo Alberto Mariani, e creati in esito al decreto istitutivo del PDTA per la Malattia di Parkinson e Parkinsonismi, si evince il bisogno da parte dei pazienti di “porti assistenziali” di qualità e logisticamente idonei alle loro esigenze.
Infatti, la capacità della persona affetta da tale malattia degenerativa, può essere implementata, non solo da una ottimale compliance terapeutica, ma anche da una adeguata informazione e da una serie di attività fisiche e cognitive riabilitative e para-riabilitative, come le attività fisiche adattate ed ancora da alcune attività socio-culturali, stabilendo con il medico un patto di cura, nel solco del compito ontologico irrinunciabile della cura di Sé.
La malattia di Parkinson nei giovani ha una frequenza del 3-4 % rispetto alla prevalenza della malattia nella popolazione generale, che si attesta tra l’1% della popolazione con più di 60 anni, ed il 4 % degli ultra 85-enni. Essendo, dunque, la patologia neurodegenerativa più frequente dopo la demenza di Alzheimer nella età adulta, è stato accertato che vi sono numerosi loci genici interessati, che risultano essere responsabili del 10% dei casi totali. La patologia ha una prevalenza diversa nei due sessi, essendone gli uomini colpiti per il doppio rispetto alle donne, che però subiscono una più rapida progressione di sintomi.
Tra le malattie neurodegenerative essa è certamente la più curabile, con vari farmaci anche di nuova od imminente uscita, che ne attutiscono la sintomatologia, e con risultati qualitativamente soddisfacenti nella real-life. Ma poiché essi, purtroppo, non incidono sulla prognosi, la ricerca finora si è rivolta alla individuazione di molti approcci farmacologici (anche vaccinali) tendenti alla eliminazione della proteina danneggiata. Da poco tempo, infine, ci si sta cominciando a rivolgere piuttosto che alla eliminazione del danno, alla individuazione di una fonte proteica specifica, non danneggiata e quindi non tossica, per la eventuale somministrazione dall’esterno.