Salute e benessere

L'intervista

Giornata mondiale dell’asma, l’approfondimento con l’esperto

Insanitas ha parlato di sintomi e cure di questa patologia con Nicola Scichilone, Responsabile dell’U.O. di Pneumologia del Policlinico “Giaccone” e Docente di “Malattie dell’Apparato Respiratorio” all’Università di Palermo.

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Si celebra anche quest’anno la Giornata Mondiale dell’Asma, istituita nel 2012 grazie ad un progetto ideato da “Global Initiative for Asthma” (GINA) e sostenuto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il tema dell’edizione 2021 è un invito all’azione per affrontare i miti e le idee sbagliate ampiamente diffuse sull’asma, che impediscono alle persone di beneficiare in modo ottimale dei principali progressi nella gestione di questa condizione. L’OMS stima che nel mondo ci siano 339 milioni di persone che soffrono di asma con oltre 400.000 morti l’anno nel 2016. In Italia i dati dell’ultimo studio SIDRIA mostrano una prevalenza di asma nei bambini che si attesta attorno al 10%.

La mortalità per asma nell’età pediatrica e dei giovani adulti si è ridotta dagli anni ’90 al 2012 di circa il 50%, ma negli anni successivi questo trend si è fermato per cui è necessario rivedere le strategie clinico-terapeutiche e di organizzazione sanitaria, nonché di comunicazione al grande pubblico. Anche in Italia, ogni anno si registrano casi di morte in età pediatrica a causa dell’asma. Insanitas ha approfondito l’argomento con Nicola Scichilone, Responsabile dell’U.O. di Pneumologia del Policlinico “Giaccone” di Palermo e Docente di “Malattie dell’Apparato Respiratorio” all’Università di Palermo.

Come mai l’asma è tra i disturbi polmonari e respiratori più diffusi al mondo?
«La motivazione dipende da diversi fattori, ma nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di una patologia molto presente nel mondo industrializzato e del benessere, infatti, l’asma è legata a doppio filo con la sedentarietà e l’obesità, altre due malattie strettamente collegate tra loro. Inoltre, spesso l’asma è originata e sostenuta dalle allergie, che sono in aumento, pertanto di pari passo aumentano anche le diagnosi di asma».

Quali sono, quindi, i sintomi principali?
«Parliamo di una malattia infiammatoria dei bronchi, la quale si presenta con il broncospasmo e poi genera tutta la sintomatologia clinica associata, tra cui il senso di costrizione toracica descritto dal paziente in vario modo: pesantezza al petto, voglia di prendere un respiro profondo o fame d’aria. La descrizione del sintomo dipende, quindi, anche dal vissuto del paziente, poi c’è chi lo sa gestire e chi entra in un circolo vizioso di ansia e panico. A questi sintomi si accompagnano anche la tosse e la ridotta tolleranza agli sforzi, per cui il paziente non è in grado di compiere le normali attività quotidiane lavorative e ricreative quando la malattia diventa persistente. Bisogna, infatti, distinguere due tipologie di asma: quella occasionale, legata all’esposizione dell’allergene, che determina la crisi di asma, ma al di fuori di questo evento il paziente sta bene; poi c’è l’asma persistente ovvero quella che incide maggiormente nella qualità di vita del paziente perché ha difficoltà di concentrazione, perde giornate a lavoro o scuola, le sue attività ricreative sono limitate. Infine, circa il 10% di pazienti che ha forme veramente gravi di asma e rischia l’ospedalizzazione, pertanto servono cure più aggressive e continuative».

Che tipologia di farmaci utilizzate per curare l’asma? Ci sono in commercio anche trattamenti innovativi?
«Ci sono terapie tradizionali che valgono per tutti, cioè gli antinfiammatori steroidei (cortisone) e i broncodilatatori. Nelle forme gravi, in aggiunta, si ricorre alle terapie con gli anticorpi specifici, questa è ormai la nuova frontiera dei trattamenti che hanno avuto un enorme sviluppo negli ultimi 10 anni. Si tratta della cosiddetta terapia biologica che per lo pneumologo ha rappresentato una svolta, perché fondamentalmente l’obiettivo è riuscire a togliere il cortisone per via sistemica (bocca o iniezioni) ed evitare tutta una serie di effetti collaterali, infatti, alla lunga si diventa diabetici, ipertesi, si soffre di osteoporosi, e così via. Inoltre, la terapia biologica, che è assolutamente sicura, può essere somministrata mensilmente per via iniettiva sottocute con la possibilità di fare poi degli schemi a seconda della terapia. In questo caso la somministrazione può essere effettuata a casa. Tutto ciò ci consente di controllare bene la malattia, perché questi farmaci biologici hanno dimezzato la frequenza di riacutizzazioni e di crisi asmatiche violente, consentendo di migliorare la qualità di vita di questi pazienti».

La penna per l’autosomministrazione in caso di asma grave eosinofilico, si colloca all’interno di questi nuovi farmaci?
«Sì, i farmaci biologici sono inoculati, non vengono assunti per bocca né inalati, e il progresso della tecnologia consente non solo di migliorare i trattamenti, ma anche i dispositivi che ne facilitano l’utilizzo. La penna autoiniettiva è una modalità che va incontro alle esigenze del paziente perché il farmaco non deve essere somministrato in ospedale e non necessita di prenotazioni e accessi, utilizzando delle risorse sanitarie che possono essere risparmiate. Il paziente può autosomministrasi il farmaco in maniera sicura e agevole. Pertanto la penna è una evoluzione del dispositivo, non del principio attivo, che facilita l’aderenza al trattamento».

Secondo le società nazionali di settore come deve essere gestito un paziente asmatico affetto da Covid-19?
«Un paziente asmatico che sta seguendo una terapia non deve interromperla se dovesse sviluppare l’infezione da Sars-Cov-2. Proprio in questi giorni, l’unità di Pneumologia del Policlinico che dirigo ha ricoverato un paziente di 50 anni, già seguito dal nostro ambulatorio per asma grave. È ricoverato da una decina di giorni, sta facendo la ventilazione non invasiva, ossigeno ad alti flussi perché ha una brutta polmonite, quindi tutto quello che si fa nel mio reparto che è una semintensiva respiratoria, eppure proprio ieri gli abbiamo somministrato l’anticorpo che gli toccava fare per l’asma. I documenti proposti dalle società nazionali Siaaic (Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica) e Sip (Società Italiana di Pneumologia) spingono affinché si mantenga un controllo della malattia nei pazienti asmatici con le terapie antiasmatiche».

Lei è anche un membro del board internazionale GINA. Cosa state organizzando in occasione della Giornata mondiale dell’asma?
«Un Webinar on line per il “World Asma Day” che si terrà oggi alle 16 su Zoom. Insieme ad altri esperti parleremo di terapie farmacologiche nell’adulto e nel bambino, dei nuovi scenari sull’asma grave e dell’implicazione della poliposi nella gestione dell’asma. La partecipazione è gratuita e il webinar può essere seguito da tutti i device».

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