Sanità privata

La nota

Gibiino (Sbv-Cimest): «In Sicilia urge abbattere le liste d’attesa»

Il segretario nazionale: «La politica deve avere la capacità e il coraggio di compiere scelte che vadano in questo senso».

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«I siciliani hanno diritto a una sanità migliore e la politica deve avere la capacità e il coraggio di compiere scelte che vadano in questo senso. Ridurre i tempi delle liste di attesa nella sanità regionale è essenziale. Lo ha ripetuto quasi come un mantra anche il presidente Schifani e speriamo che non rimanga uno spot». Lo afferma Salvatore Gibiino, segretario nazionale SBV-CIMEST.

«L’elenco delle cose da fare per rendere il sistema sanitario regionale migliore e più rispondente alle esigenze dei siciliani- prosegue Gibiino- è senza dubbio lungo, ma l’abbattimento delle liste d’attesa è sicuramente una priorità assoluta e gli specialisti accreditati esterni sono pronti a dare il loro contributo».

«In quanto pubblico a gestione privata- spiega il segretario nazionale SBV-CIMEST – se soltanto ci fosse concesso, potremmo rispondere con prontezza alle esigenze di quei pazienti che chiedono e hanno diritto ad una indagine strumentale e diagnostica immediata per la scelta della terapia e che invece si trovano costretti ad attese interminabili o a ricorrere al privato».

«Ricordiamo a tal proposito al presidente Schifani e all’assessore Volo- sottolinea Gibiino- che da luglio giacciono inutilizzati nei cassetti delle ASP 7 milioni di euro per i privati accreditati, parte dei 50 milioni erogati alla Sicilia dall’ex ministro Speranza per un abbattimento delle liste d’attesa che non è mai avvenuto».

«L’accantonamento di quasi 250 milioni di euro per le spese sanitarie, previsto dall’articolo 2 delle variazioni di bilancio in discussione all’ARS- conclude il segretario nazionale SBV-CIMEST- è una buona notizia per la sanità regionale, ma ci auguriamo che quei fondi non rimangano semplicemente accantonati o destinati a pagare debiti precedentemente contratti dalla sanità regionale come è accaduto con gran parte del fondo sanitario destinato ai Livelli essenziali di assistenza. L’annunciata proroga dei contratti dei precari del Covid è un buon segnale, ma non può bastare, ora serve fare qualcosa per ridurre subito le liste d’attesa».

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