Dal palazzo

A Ragusa

Gestalt Therapy e cura del trauma, esperti a confronto

Il resoconto della presentazione del libro "Il trauma e il corpo in Gestalt Therapy", scritto da Simona Gargano.

Tempo di lettura: 4 minuti

Del contributo della Gestalt Therapy alla comprensione e cura del trauma si è parlato al centro commerciale culturale di via Giacomo Matteotti a Ragusa, in occasione della presentazione del libro “Il trauma e il corpo in Gestalt Therapy”, scritto da Simona Gargano e pubblicato da Pensa Multimedia, frutto delle ricerche dell’Istituto Gestalt Therapy Kairos con sede a Ragusa, Roma e Venezia.

La dottoressa Simona Gargano spiega come ci sia la necessità di far chiarezza sul tema: «Ci sono definizioni iper inclusive per le quali ogni situazione è riconducibile a “trauma” oppure, definizioni a volte anche troppo riduttive. Nella prima parte del libro si affronta il tema diagnostico e si specifica la differenza, ad esempio, fra il trauma semplice e il trauma complesso, il disturbo post traumatico; si fa una disamina anche su come viene affrontato il tema nel DSM che è il principale manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali».

Nel corso dell’incontro, infatti, si è parlato di come il trauma complesso sia inteso come un’esperienza che interrompe il naturale armonico dispiegarsi dell’esistenza vissuta in età evolutiva e caratterizzata da una natura eccessivamente soverchiante o eccessivamente deficitaria da parte dei genitori. «In questo contesto è stato dimostrato come nonostante i pazienti portino in terapia diverse forme di disagio psichico, il trauma evolutivo si configura come sostrato comune alle diverse manifestazioni della sofferenza. «Si rivela un elemento centrale da considerare nel trattamento» ha dichiarato la dottoressa Gargano. Proprio in merito al trattamento del trauma si evidenzia l’inscindibilità della relazione tra esperienza traumatica e corpo, l’importanza del tempo e il valore imprescindibile della relazione terapeutica come elemento centrale della cura.

«Un approccio tipicamente Gestaltico» ha detto il professor Giovanni Salonia, psicoterapeuta direttore dell’Istituto Gestalt Therapy Kairos, che sottolinea come sia evidente il contributo che la Gestalt Therapy dà alla psicotraumatologia contemporanea. La scuola è attiva dal ’79 ed è stata riconosciuta nel 1994. «Abbiamo formato numerosi psicoterapeuti e abbiamo avuto contratti con l’estero. Adesso sono attivi due corsi a Praga e Cracovia» ha detto con soddisfazione il direttore dell’istituto che si avvale della consulenza scientifica di Valeria Conte e Antonio Sichera e che opera dal 1979 nell’ambito della formazione e della ricerca in psicoterapia della Gestalt, sia a livello nazionale che internazionale, fondando la prima scuola di specializzazione in Psicoterapia della Gestalt in Italia.

La dottoressa Valeria Conte spiega come il punto di forza dell’approccio gestaltico sia riconducibile all’essere nata negli anni ’50 da “eretici della psicoanalisi” che si sono distaccati dalla psicoanalisi creando un modello che fosse più aderente socialmente e culturalmente ai cambiamenti in atto, mettendo al centro il corpo, la relazione e il tempo. La Gestalt tiene conto del cambiamento della società e dei suoi modelli, motivo per cui i modelli di cura si devono adattare a questi modelli.

«In particolare occorre distinguere tra evento traumatico e sviluppo traumatico, che vanno curati diversamente» spiega la dottoressa. Di solito è più facile o comunque consueto chiedere aiuto in seguito ad un evento particolarmente doloroso che ci ha sconvolto, in quanto riusciamo ad individuare da soli una causa precisa e quindi attivarci in maniera più efficace per affrontarla, oppure veniamo consigliati da persone vicine. Nel caso dello sviluppo traumatico le cose non sono invece così semplici perché il più delle volte non riusciamo ad individuare da soli una relazione tra le nostre difficoltà da adulti e la nostra storia evolutiva, di attaccamento alle nostre figure di riferimento. Solo attraverso la psicoterapia è possibile evidenziare i meccanismi relazionali e affettivi appresi durante l’infanzia che ci accompagnano e guidano da adulti e rivederli alla luce del presente, spezzando quei circoli viziosi che non ci consentono di vivere al meglio i nostri rapporti.

La dottoressa Conte precisa: «L’evento traumatico avviene quando all’improvviso l’esperienza che sta vivendo una persona viene interrotta da qualcosa che prende il sopravvento, in emergenza. Lo sviluppo traumatico è più una serie di eventi negativi che si sono succeduti durante lo sviluppo della persona come nel caso di abusi, esperienze delle quali non è facile parlare, ma occorre parlarne con uno psicoterapeuta per intervenire».

Alla presentazione insieme a Simona Gargano e Giovanni Salonia è intervenuta la psichiatra Sara Ruta. Ha moderato Valeria Conte, psicologo e psicoterapeuta, consulente scientifico dell’Istituto GTK.

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