PALERMO, Come rapportarsi al proprio bambino? Come affrontare la complessità del ruolo genitoriale? A Palermo si è svolto un confronto tra psicologi e pediatri in sinergia per lo sviluppo della famiglia.
La competenza genitoriale, infatti, è stata al centro della 14esima Giornata del Bambino, Adolescente e Famiglie nei luoghi di cura e del prendersi cura. Un’iniziativa proposta dalla S.I.P.Ped. (Società Italiana di Psicologia Pediatrica) in collaborazione con “Villa Sofia-Cervello”, l’Istituto Europeo per il disagio e la prevenzione Evolutivo-Educativa (IEDPE-Palermo) e con il patrocinio scientifico dell’Ordine degli Psicologi della Sicilia.
«Quest’anno l’iniziativa sottolinea tutta la problematicità e la complessità della questione legata alla competenza genitoriale- spiega Giovanna Perricone, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione e Psicologia pediatrica dell’Università di Palermo e presidente della S.I.P.Ped.- Riteniamo che la competenza genitoriale sia un fenomeno epocale in questo momento, nel suo cambiamento e nella sua trasformazione».
L’Aula Magna dell’Ospedale Cervello si è trasformata in luogo di confronto e di riflessione a partire dalle relazioni degli specialisti del settore provenienti dal territorio regionale e nazionale e dai workshop rivolti agli studenti dei Corsi di Laurea in Psicologia, incentrati sulla competenza genitoriale, sull’attività sinergica tra medici e psicologia, sul trattamento dell’oncoematologia pediatrica e sul neglect, “una specifica forma di disregolazione della competenza genitoriale”, come sottolinea Perricone.
Concetto che emerge in occasione della 14esima Giornata del Bambino, Adolescente e Famiglie, è quello interdisciplinare e transdisciplinare dell’estetica della competenza genitoriale.
«Noi pensiamo- aggiunge Giovanna Perricone- che la competenza genitoriale possa essere bella se fondata su alcuni fattori quale può essere la reciprocità, la presa in carico dei bisogni speciali e dei desideri dei bambini, il supporto ma anche la capacità dei genitori di gestire il rapporto tra il bambino o l’adolescente e i cambiamenti che i tempi impongono».
Un bambino o un adolescente si trovano infatti a vivere in un ambiente familiare diverso da quello di qualche anno fa. «La famiglia è cambiata- sottolinea Fulvio Giardina, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi- Si sta orientando verso modalità diverse di relazione e di affetti. La famiglia ha rappresentato in passato un contenitore indispensabile per l’evoluzione del Paese e noi vorremmo che riavesse questo ruolo profondamente importante».
Grande attenzione è stata rivolta anche al neonato, prima considerato un essere non autonomo, adesso invece visto come attore principale della sua crescita fisica e psicologica. «Noi consideriamo i nuovi nati e soprattutto i primi nati in una famiglia- spiega Monica Pierattelli, pediatra di famiglia e presidente della sezione Toscana della SICUPP, Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche- dei soggetti fragili che hanno quindi bisogno di essere sostenuti insieme ai genitori per potere affrontare al meglio le loro possibilità e capacità educative che hanno dentro di sé e di cui non sono sempre consapevoli».
Fondamentali, secondo Pierattelli, il lavoro sinergico e la collaborazione tra gli operatori sanitari. «Ben venga questa sinergia di professioni: i pediatri, i pediatri ospedalieri, i chirurghi pediatri, le ostetriche, le infermiere e gli psicologi che tutti insieme lavorano per un obiettivo comune creando alleanze con genitori nelle loro capacità di prendersi cura del loro neonato».