PALERMO. Il riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica e invalidante: è la battaglia portata avanti dal Comitato “Le malattie invisibili delle donne” presieduto da Maria Luisa Di Chiara, consigliera comunale a Villabate. Una delegazione composta oltre che da lei anche da Paola Montalto e Michela Di Chiara si è recata all’Ars per illustrare alla Commissione “Salute, Servizi sociali e Sanità” e all’assessore Giovanna Volo le problematiche relative alla fibromialgia e alle altre malattie invisibili quali la neuropatia del pudendo e la vulvodinia.
«Dopo l’approvazione della mia mozione sulla fibromialgia in Consiglio comunale ho deciso di attivarmi personalmente, quale Presidente del Comitato “le malattie invisibili delle donne”, presso la Regione Siciliana per continuare la battaglia per il riconoscimento di questa patologia e farmi da portavoce degli interessi dei malati fibromialgici- afferma Maria Luisa Di Chiara– La fibromialgia è considerata malattia “invisibile” in quanto non riconosciuta nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dal Servizio Sanitario Nazionale. È stato commovente raccontare la mia esperienza personale di fronte alla VI Commissione. La mia storia di dolore, iniziata 8 anni fa, accomuna tante altre donne ed è caratterizzata da un ritardo diagnostico considerevole. Poiché queste patologie non sono riconosciute dallo Stato, le cure e le terapie sono interamente a carico delle pazienti e le spese spesso insostenibili. I centri più attrezzati si trovano in prevalenza al Nord e chi ne soffre è spesso obbligato a farsi curare fuori Sicilia».
«Pertanto, ho invitato la Regione a intercedere con lo Stato per valutare l’opportunità di inserire la fibromialgia, la vulvodinia e la neuropatia del pudendo nei LEA; a prevedere l’esenzione dal pagamento dei ticket, a garantire ai lavoratori affetti dalla patologia permessi lavorativi speciali, a istituire un sussidio economico regionale e infine a individuare Centri multidisciplinari sanitari specializzati, posto che la sindrome fibromialgica è complessa e necessita di un approccio multidisciplinare con un programma di cura che include diversi tipi di interventi: farmacologico, non farmacologico, educativo e psicologico».
La presidente del comitato “Le malattie invisibili delle donne” aggiunge: «La VI Commissione si è mostrata molto sensibile all’argomento e disponibile all’ascolto per trovare una soluzione ai problemi rappresentati. In particolare il presidente On. Laccoto ha assicurato che si impegnerà a intercedere con lo Stato per il riconoscimento di tali patologie e il conseguente inserimento nei Lea. Inoltre la Commissione si impegnerà affinché vengano strutturati sulla rete territoriale degli sportelli di diagnostica per facilitare la diagnosi della malattia e siano istituiti Centri multidisciplinari sanitari specializzati in Sicilia. Ringrazio anche l’assessore regionale Alessandro Aricò per essersi dimostrato sensibile al tema delle “malattie invisibili” delle donne e per la sua vicinanza nel raggiungimento di questo primo importante traguardo».