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Dal palazzo

Cambio al vertice alla Fimmg

Federazione italiana dei medici di medicina generale, il nuovo presidente è il messinese Caudo

Già presidente dell'Ordine dei medici e odontoiatri di Messina, è stato eletto nella prestigiosa per il prossimo quadriennio.

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Il messinese Giacomo Caudo (a sinistra nella foto sopra) è stato eletto presidente nazionale della Fimmg, federazione che riunisce i medici di medicina generale.

Si è svolto in questi giorni il 75esimo congresso nazionale a Domus del Maria in Sardegna con una straordinaria affermazione per la rappresentanza siciliana che ha visto Caudo, già presidente dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Messina, eletto nella prestigiosa carica per il prossimo quadriennio, fino al 2022.

Confermato nell’incarico il segretario generale Silvestro Scotti (a destra nella foto), presidente dell’Ordine di Napoli. I circa 35mila medici iscritti al sindacato costituiscono oltre due terzi dei 50 mila medici di famiglia: un riconoscimento dunque all’esperienza e alla determinazione di persone da anni impegnate in difesa dei colleghi, al fine di migliorare l’efficienza del sistema sanitario tutelando diritti e prerogative della classe medica.

Per Caudo, che subentra a Stefano Zingoni di Bologna, è il riconoscimento del prezioso lavoro prima come presidente dell’ente ordinistico messinese e al contempo come vicesegretario nazionale Fimmg in qualità di tesoriere nel precedente direttivo.

Tanti gli argomenti al centro del dibattito durante il congresso, a cominciare dall’emergenza dell’allungamento dell’aspettativa di vita degli anziani con evidenti e importanti ripercussioni sulla spesa sanitaria dei prossimi decenni.

«Sono soddisfatto e onorato- ha commentato Caudo- di un incarico così prestigioso ma anche così pieno di responsabilità. I medici oggi non sono più solo medici, ma anche burocrati ed economisti perché devono fare i conti ogni giorno con spending review e procedure amministrative. L’obiettivo del nostro sindacato per i prossimi quattro anni è quello di alleggerire il “peso” che ogni professionista della sanità sente su di se come un ostacolo che rallenta la buona sanità e la vera mission di un buon medico di famiglia, che rimane una figura di riferimento imprescindibile per ciascun individuo».

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