«Il futuro della procreazione medicalmente assistita nella nostra Regione si presenta incerto». Lo affermano il prof. Antonio Perino ed il dr. Giuseppe Valenti, rispettivamente direttore del Centro Interaziendale di Procreazione Medicalmente Assistita per la Sicilia Occidentale (Villa Sofia-Cervello, Policlinico Giaccone”, Asp di Palermo) e coordinatore regionale della SIRU (Società Italiana Riproduzione Umana).
Ed aggiungono: «C’è la mancata previsione del budget per il 2018 per i centri privati accreditati e l’esaurimento delle risorse di quelli pubblici, nonostante il suo inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza, con la conseguente dilatazione delle liste di attesa: in media da sei mesi a oltre un anno nel pubblico. Inoltre, nulla è stato ancora previsto circa i nuovi ticket, perciò abbiamo voluto inserire nell’ambito della tre giorni una prima sessione di confronto con le istituzioni».
Il Convegno Nazionale, dal titolo “Politics and Science on Reproductive Medicine” è inserito nel programma “Palermo 2018 Capitale Italiana della Cultura” e si svolgerà il 26-27 e 28 aprile al Mondello Palace Hotel (clicca qui per il programma).
Il presidente è Perino, mentre Valenti riveste il ruolo di responsabile scientifico.
Al centro della sessione pomeridiana di giovedì 26 aprile- che sarà moderata dal giornalista Giacinto Pipitone– lo stato dell’arte della PMA e gli esiti dell’attività di verifica condotta dal Centro Nazionale Trapianti sulle strutture siciliane autorizzate alle prestazioni: ad illustrarli il direttore del CNT, Alessandro Nanni Costa. Al centro delle sessioni scientifiche le tecniche di riproduzione medicalmente assistita.
«Le tecniche di PMA- spiegano Perino e Valenti- possono essere di I livello (IUI inseminazione intrauterina), di II e III livello (fecondazione extracorporea). Queste ultime sono meglio conosciute come F.I.V.E.T., che consiste nella fecondazione in vitro, cioè in laboratorio, grazie all’unione dei gameti femminili (ovociti) con quelli maschili (spermatozoi) e nel successivo trasferimento dell’embrione in cavità uterina. Oggi è molto usata anche la tecnica ICSI, che è un momento della F.I.V.ET. ed esattamente una modalità recente e ormai consolidata per far fecondare gli ovociti. Nella ICSI, o microiniezione, al contrario della tecnica classica in cui gli spermatozoi da soli fecondano l’ovocita, uno spermatozoo è iniettato dentro l’ovocita dal biologo- embriologo, attraverso un microscopio molto particolare che si chiama micromanipolatore».
«Un tema molto sentito e di grande impatto sociale – precisano Perino e Valenti – è quello della fecondazione eterologa, tecnica che prevede l’utilizzo di un gamete, maschile o femminile, al di fuori della coppia, che in Italia è stata autorizzata dalla Corte Costituzionale, con la sentenza del 10 giugno 2014, n. 162, dopo 10 anni di proibizionismo dalla L. 40/2004».
«L’apertura all’eterologa- rilevano Perino e Valenti- nella nostra Nazione, ha determinato, nel 2016, un incremento delle nascite: l’aumento dei cicli e, quindi, delle richieste, si scontra, però, con la difficoltà di trovare sul territorio italiano donne donatrici e impone il ricorso a banche estere, perciò lo Stato, le società scientifiche e tutti i centri di PMA devono unire le forze per diffondere la cultura della donazione di ovociti».
«Considerato- concludono Perino e Valenti- che secondo le previsioni OCSE, nel 2050 l’Italia sarà il terzo Paese più vecchio dell’area, quello della fertilità è un argomento centrale anche per il welfare del Paese: occorre far comprendere quanto sia importante il ruolo dell’età, la prevenzione dei comportamenti a rischio, nonché l’attenzione alla diagnosi precoce delle malattie dell’apparato riproduttivo. Ciò richiede sinergia tra scienza e programmazione politica, oltre alla diffusione delle informazioni, soprattutto, tra i giovani».
L’evento è accreditato presso la Commissione Nazionale per l’Educazione Continua in Medicina: Crediti assegnati 13,3.
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Nella foto: Giuseppe Valenti ed Antonio Perino