Sono 29 i dirigenti biologi dichiarati in esubero in organico al Policlinico “Martino” di Messina: «A livello regionale la stabilizzazione di centinaia di biologi assunti da anni a tempo determinato è sospesa a un filo».
Lo scrive l’Anaao Assomed, sottolineando che «tutte le procedure sia quelle ordinarie (mobilità, scorrimento di graduatorie valide etc.) sia quelle straordinarie (art. 20 comma 1 e 2 del decreto Madia) sono state rinviate a dopo il completamento delle procedure di riassorbimento degli esuberi».
Il sindacato aggiunge: «In una nota dell’11 ottobre 2017, il commissario straordinario del Policlinico, scrive: “Sono personale universitario”. Occorre dunque uno specifico tavolo tecnico che veda coinvolti il Rettore di Messina, l’assessore regionale alla Salute e l’Amministrazione del Policlinico, ai sensi del vigente protocollo d’intesa (siglato nel gennaio 2015 tra Università e Regione)».
Intanto vanno ricordati i vari cambi degli attori: all’ex assessore alla Salute Baldo Gucciardi segue con la nuova Giunta regionale Ruggero Razza; il prof. Pietro Navarra si dimette da Rettore dell’Ateneo messinese per candidarsi in Parlamento.
«Le promesse di un tavolo tecnico ad oggi, non si sono realizzate», accusa l’Anaao, contestando il fatto «che si blocchino le procedure di stabilizzazione straordinarie di cui al decreto Madia. Esse non sono rinviabili a dopo il riassorbimento degli esuberi, come invece si verifica per le procedure ordinarie, e quindi sono immediatamente realizzabili».
«Di fronte al dramma umano e professionale di centinaia di dirigenti a tempo determinato (che come altre figure professionali hanno garantito in questi anni il diritto alla salute dei cittadini siciliani), Istituzioni come Università e assessorato non intervengono in modo tempestivo, efficiente ed efficace, come peraltro la Costituzione e le specifiche leggi impongono alla Pubblica Amministrazione»
«Vogliamo ricordare- precisa Pietro Pata, segretario regionale di Anaao Sicilia- che anche a seguito della revoca di alcune delibere di assunzione, furono presentati esposti al Tribunale di Messina».
Da qui la censura «al comportamento dilatorio delle Istituzioni coinvolte in questa vicenda» e una «specifica istanza alle Autorità Giudiziarie (Procure presso i Tribunali di Messina e Palermo, e Procura presso la Corte dei Conti di Palermo) di voler esercitare i poteri d’ispezione e controllo che sono loro demandati».