Il mancato adeguamento delle dotazioni organiche di emodinamica in Sicilia è stato uno dei temi centrali del congresso regionale siciliano SICI-GISE.
La questione non è di poco conto in rapporto al dato epidemiologico per STEMI (infarto miocardico con sopraslivellamento ST), in quanto patologia tempo- dipendente che richiede la tempestiva reperibilità dell’emodinamista, ai fini dell’intervento di angioplastica primaria per la pronta rivascolarizzazione, entro 90 minuti dal primo contatto medico.
Maria Letizia Di Liberti (nella foto), attualmente commissario del “Papardo” di Messina, tecnico di lungo corso, autorevole voce del panorama istituzionale sanitario e profonda conoscitrice della questione, chiarisce alcuni profili rilevanti: «Va premesso che l’Emodinamica nasce come struttura semplice all’interno della Cardiologia, per cui non ha avuto dal punto di vista normativo una base di riferimento per la dotazione organica, ricavandosi essa indirettamente, fino ad una certa finestra temporale almeno, solo da riviste scientifiche».
«Ripercorrendo- continua Di Liberti- l’esegesi normativa, lo scenario cambia con l’entrata in vigore del Decreto del 2011 istitutivo della rete dell’infarto miocardico acuto (IMA) in Sicilia, step con il quale sono state date dall’assessorato Salute indicazioni specifiche, stabilendo per la prima volta, quale standard ottimale per il personale, il numero di minimo 4 medici (esperti) / 5 numero ottimale (1 per ogni chiamata); 5 infermieri; per la strumentazione, almeno 1 sala (ottimale 2) e Contropulsatore minimo 1, per ogni laboratorio di emodinamica».
«Successivamente con il Decreto n. 1380/2015 l’assessorato ha dato indicazioni a tutte le aziende ospedaliere siciliane per le dotazioni organiche, rinviando ai decreti specifici per le reti tempo-dipendenti: IMA, Stroke e politrauma».
«Oggi abbiamo- sottolinea la Di Liberti- 23 emodinamiche h 24 sul territorio (eccetto Patti di recente attivazione che è ancora h 12) e il problema dell’insufficienza degli organici presenta un quadro variegato: alcune emodinamiche sono sotto lo standard; ciò a causa del fatto che per circa dieci anni la Sicilia, a partire dal 2007, si è trovata in regime di piano di rientro e relativo blocco delle assunzioni, imposto dalle indicazioni nazionali dettate dai Ministeri della Salute e dell’Economia».
«La carenza di emodinamisti all’interno dei laboratori siciliani va colmata, tenendo conto, però- precisa Di Liberti- del numero di interventi per azienda ospedaliera, interpretandosi tale riferimento agli interventi di angioplastica primaria in corso STEMI, poiché sono quelli che richiedono la tempestiva reperibilità dell’emodinamista, posto che l’infarto del miocardio è patologia tempo- dipendente».
«In altre parole- prosegue- se, ad esempio, in un’azienda il numero degli interventi è di circa 500 l’anno, ciò significa che in quell’azienda ogni emodinamista dovrebbe fare (in rapporto allo standard teorico ) circa 100 interventi e allora questo ha e deve avere un peso rispetto a un’altra realtà dove magari tale volume è minimo».
Lo standard organizzativo e di processo prevede oltre alla reperibilità h 24 7 giorni su 7, un’attività di 400 procedure l’anno per laboratorio e quindi 100 procedure annue per operatore.
«Pertanto- aggiunge Di Liberti- la questione della carenza degli organici va affrontata, anche in seno alla ridefinizione della rete ospedaliera siciliana, abbracciando una visione legata al volume dell’attività. Dentro questo contorno, tale carenza adesso può essere finalmente superata grazie al fatto che dallo scorso agosto le assunzioni sono ripartite attraverso lo scorrimento delle graduatorie e mediante le mobilità; dato a cui oggi si aggiunge la recente circolare, dell’attuale assessore Razza, sulla stabilizzazione dei precari in applicazione alla legge Madia».
«La questione degli adeguamenti delle dotazioni organiche di emodinamica- conclude Di Liberti – ora può certamente trovare soluzione, a fronte dell’attenzione del neo assessore Razza, sensibilmente impegnato ad abbinare ai profili della razionalizzazione della spesa una programmazione che coniughi l’offerta regionale sanitaria di alta qualità con la garanzia di salute ai cittadini, soprattutto su aspetti preminenti come quelli delle reti tempo-dipendenti; in questo caso della rete IMA».