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Emergenza Covid-19, le urla o la ragione?

L'analisi dell'avvocato Giovanni Francesco Fidone sul conflitto fra "protagonismo" e dettami della Carta Costituzionale

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Affrontiamo il tema dell’emergenza Covid-19 sotto un punto di vista diverso dal solito. Grazie al contributo di Giovanni Francesco Fidone, avvocato amministrativista e giuspubblicista dal 2009, patrocinante in Cassazione, offriamo ai nostri lettori un punto di vista autorevole sulla “confusione istituzionale” di questi giorni.

COVID-19: LE URLA O LA RAGIONE? LA “FOLLIA ISTITUZIONALE” O I PRINCIPI CARDINE DEL NOSTRO STATO DI DIRITTO?

Nessuno, nemmeno il peggiore dei catastrofisti, avrebbe mai pensato di trovarsi dinanzi ad un evento epocale di siffatta portata, più dirompente di un conflitto bellico globale. In questo scenario, le reazioni del Governo nazionale, ma anche degli organi di governo delle amministrazioni locali, sono state confuse e dominate dalla stessa incertezza che ruota intorno alla battaglia contro un virus cieco e sconosciuto. E ai più, infatti, non è sfuggita la ressa, non solo mediatica, nata tra Governatori di regioni, Sindaci, Ministri e Parlamentari di vari schieramenti, spesso tenuti a bada dalla mano sapiente del nostro Presidente della Repubblica. A fronte di un Governo che ha adottato diversi provvedimenti, con tempistiche e modalità di diffusione alquanto discutibili tanto quanto il loro contenuto, anche i Presidenti delle Regioni e tantissimi sindaci, forse ignari delle prerogative riconosciutegli dalla legge, sono passati dalla ressa mediatica all’adozione di atti concreti dinanzi ai quali, probabilmente, anche il più sprovveduto degli studenti al primo anno di Giurisprudenza sarà sobbalzato.

Senza scendere nel merito degli atti concretamente adottati dagli amministratori locali, a diverso livello, un dato molto triste è emerso in maniera incontrovertibile: i principi cardine del nostro sistema istituzionale e costituzionale sono probabilmente sconosciuti ai nostri rappresentanti all’interno delle Pubbliche Amministrazioni. I provvedimenti adottati da Presidenti delle Regioni e Sindaci hanno dimostrato, al di là del contenuto, come prevalga il protagonismo dei singoli rispetto alla efficacia di atti amministrativi che dovrebbero avere come finalità unica quella del contemperamento di interessi pubblici e privati. Non può un’immane tragedia, come è quella che stiamo vivendo, condizionare chi ci governa, a tutti i livelli, e chi ricopre ruoli di responsabilità.

Non può, guardarsi alla “pancia” dei destinatari dei provvedimenti, di noi cittadini. Oggi, più che mai, devono prevalere i principi cardine del nostro stato di diritto, rispetto alla “follia istituzionale” cui abbiamo assistito e cui assistiamo quotidianamente. Oggi, più che mai, deve prevalere la ragione, rispetto alle urla. Perché soltanto la ragione può illuminare questo momento buio e salvaguardare il patrimonio umano, culturale, economico e sociale di questo paese. Diversamente, ad essere a rischio saranno non soltanto la salute ed il benessere degli italiani ma anche le fondamenta istituzionali su cui si regge lo stivale.

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