MESSINA. L’Azienda Ospedaliera Papardo è uno dei centri in prima linea nella cura dei malati Covid-19 a Messina. Insanitas ha contattato il direttore generale Mario Paino, per conoscere le ultime novità riguardanti la gestione dell’emergenza.
Direttore, quanti posti letto ci sono al Papardo per i pazienti Covid?
«Attualmente, sono presenti 7 posti di terapia intensiva e 40 di degenza ordinaria, che abbiamo allestito in pochissimo tempo. I primi sono tutti occupati, mentre i secondi sono saturi al 70%. Nei prossimi giorni, saranno attivi altri 5 posti di terapia intensiva Covid, per un totale di 12. Inoltre, sono previsti anche altri 10 posti di degenza ordinaria con l’obiettivo di arrivare a 50, che saranno disponibili entro il 30 novembre».
Gli altri reparti stanno risentendo di questa organizzazione?
«Assolutamente no, stiamo solo realizzando qualche indispensabile accorpamento per quanto riguarda la degenza, per poter destinare una parte del personale ai reparti Covid, che sono ubicati in un padiglione a parte, il cosiddetto Papardino. È importante precisare che non stiamo dismettendo le sale operatorie, né diminuendo l’attività ordinaria, anche se con grande sacrifico del nostro organico. Il nostro è un ospedale misto che offre assistenza sia ai malati Covid che agli altri, cercando di far coincidere la lotta al coronavirus con la cura delle altre patologie. Abbiamo infatti, numerose unità specialistiche come la Cardiochirurgia, l’Oncologia, l’Ortopedia, l’Ematologia e tante altre, che non ci consentono di abbandonare i nostri pazienti e finché potremo, continueremo ad effettuare interventi e ricoveri, in totale sicurezza».
Come state provvedendo alla carenza di organico causata dall’emergenza?
«Purtroppo stiamo avendo grande difficoltà a reclutare membri del personale. Stiamo predisponendo una gara per lavoro interinale e nel frattempo stiamo provvedendo con una trattativa privata, assumendo soprattutto OSS, dato che non riusciamo a trovare infermieri. Stiamo poi attivando tutti gli istituti contrattuali che la legge prevede, per consentire ai nostri operatori di poter rispondere alla domanda di salute attuale».
Come prosegue la raccolta per il plasma iperimmune?
«Abbiamo avuto uno stop della nostra campagna su Facebook, perché l’OMS ritiene il plasma iperimmune un metodo di non documentata efficacia. Non abbiamo contestato la decisione, ma speriamo che possa essere rivista al più presto. Nel frattempo, stiamo continuando a fare la raccolta e ad effettuare tutti gli esami necessari, in attesa di ulteriori provvedimenti».