PALERMO. L’Ars ha respinto a maggioranza la mozione di censura contro l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. A presentarla erano state le opposizioni al governo Musumeci (Pd, M5S e Cento Passi), denunciando una cattiva gestione dell’emergenza Coronavirus in Sicilia.
Al momento del voto in aula e dopo un lungo dibattito, la coalizione di governo è stata pressochè compatta nel dare fiducia all’operato di Razza: contro la censura hanno votato 36 deputati, 25 i favorevoli.
Durante il suo intervento, l’assessore ha sottolineato che “in Sicilia tutti hanno avuto assistenza, nessuno è andato altrove per essere curato. Molto facile puntare l’indice su cui lavora. Il confronto è politico, io non mi sento un imputato. Il piano di rafforzamento delle terapie intensive è di maggio, porta la rete a 720 posti letto: questo parametro e la rete è stata approvata il 22 luglio dal ministero della Salute”.
Poi ha aggiunto: «Sul tracciamento ci sono difficoltà e non lo nascondo, come in altre Regioni. Devono essere affrontate e risolte, abbiamo agito aumentando i servizi nelle aree metropolitane, aumentando le Usca rispetto agli standard ministeriali. Poteva essere più forte il legame con i medici di medicina generale, certo. In Sicilia i pronto soccorso hanno avuto giorni duri, sono migliaia i sanitari che stanno facendo sforzi enormi, a loro va il mio riconoscimento. Non ho la presunzione di dire che non stati commessi errori e che non ne potremo compiere nell’immediato futuro. Ma che sia responsabilità del governo la classificazione della Regione lo smentiscono i dati».
Non è mancato pure un attimo di commozione per Razza: «Questa è l’esperienza più difficile che ho dovuto affrontare ed ho cercata di onorarla con gli insegnamenti di mio padre e sono gli stessi che spero di avere la forza di insegnare a mio figlio. A lui che forse un giorno leggerà questo verbale e studierà a scuola cosa è stato il coronavirus come io ho studiato cosa è stata la Spagnola, spero di poter dire che ho compiuto i miei doveri, con qualche errore ma sempre con scrupolo e onore».