identità di genere

Dal palazzo

L'iniziativa

Disturbi dell’identità di genere, incontro formativo al liceo Basile di Palermo

La testimonianza di un padre che ha perso il figlio Giuseppe che sognava di essere Noemi.

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PALERMO. I disturbi dell’identità di genere sono stati al centro di un incontro tra i ragazzi del liceo Basile e la storia di un padre che ha perso il figlio Giuseppe che sognava di essere Noemi. Il liceo Ernesto Basile, per il secondo anno consecutivo, ha aperto le porte al confronto tra studenti, docenti e genitori.

Un incontro formativo che accende i riflettori sul ruolo che oggi la scuola deve assumere nella vita dei ragazzi. Il racconto vuole onorare la memoria di Giuseppe, attraverso frammenti di vita che si mescolano a vividi ricordi dell’autore, cercando di approfondire le cause del disagio giovanile che hanno portato al suicidio di un ragazzo giovanissimo ma tormentato dai dubbi sulla sua identità di genere.

Le parole chiave della giornata che ha visto la partecipazione di genitori, studenti e psicologi sono state disagio giovanile, adolescenza, fragilità, espressione di sé, identità di genere, bullismo, pregiudizi, famiglia e suicidio.

«Il dolore per la perdita di un figlio non si può spiegare a parole, di sicuro la scrittura mi ha aiutato a compensare questo dolore – racconta l’autore che utilizza lo pseudonimo di El Grinta -. La scrittura è stata la mia morfina, l’incontro con i ragazzi delle scuole mi ha fatto capire che potevo raccontare agli altri la mia esperienza».

Il libro, denominato “Giuseppe”, è stato pubblicato a maggio 2016. In poco più di un anno e mezzo, ha già ricevuto in tutta Italia 19 riconoscimenti, vincendo vari premi letterari, tra cui il secondo posto ex aequo al Premio Piersanti Mattarella 2016 per la sezione Narrativa.

«È stata un’irrinunciabile opportunità di riflessione e di confronto su temi a noi molto cari, come il disagio giovanile correlato sempre più spesso al rischio suicidario dei nostri ragazzi», ha spiegato il dirigente scolastico Angelo Di Vita, coadiuvato dalla psicologa Daniela Randazzo e dalle docenti Maria Scaglione e Angela Barresi. «Torneremo sull’argomento coinvolgendo direttamente i genitori», conclude Di Vita.

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