PALERMO. La sepsi è al centro del Progetto Pilota – che fa parte del Position Paper per l’Innovazione, la salute e le scienze della vita, voluto dal Ministero della Salute- finanziato con PSN 2016 dall’Assessorato Regionale alla Salute e presentato ieri mattina, presso l’Aula Ascoli dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Palermo, alla presenza dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
Il progetto, coordinato dai professori Antonino Giarratano, ordinario di Anestesiologia e direttore del dipartimento di Emergenza e Urgenza del Policlinico Universitario di Palermo, Antonio Cascio, ordinario di Malattie Infettive dello stesso Ateneo, dalle professoresse Anna Giammanco e Stefania Stefani, rispettivamente ordinari di Microbiologia a Palermo ed a Catania, punta alla realizzazione di una rete regionale, che si svilupperà nel corso dei prossimi 24 mesi.
A fronte della complessità eziopatogenetica e diagnostico-terapeutica della sepsi, e del suo carattere di emergenza, verranno strutturati percorsi diagnostico-terapeutici in linea con l’assetto delle altre patologie tempo-dipendenti (Infarto Miocardico Acuto, Stroke ).
Il progetto prevede, oltre a linee guida e percorsi diagnostico- terapeutici standardizzati e uniformi sul territorio regionale- che saranno elaborati da una conferenza di consenso multidisciplinare, a cui parteciperanno tutti gli specialisti regionali del settore- anche l’impiego di alte tecnologie in ambito diagnostico (Fast Microbiology) e terapie personalizzate (Antibiotici di ultima generazione e Terapie di supporto anche immunitario), al fine di ridurre la mortalità per Sepsi attuando contestualmente le procedure di AntimicrobialStewardship finalizzate al controllo dello sviluppo di microrganismi sempre più “resistenti ”.
«La sepsi- spiegano Cascio e Giarratano- è una sindrome. Le infezioni che la causano, specie in area critica, sono dovute a germi multiresistenti molto difficili (o impossibili) da trattare. Ogni 4 secondi, al mondo, qualcuno muore per sepsi. La sua incidenza è di circa 380 casi su 100.000 abitanti. La mortalità globale è compresa tra 1 paziente su tre ed un paziente su due. I dati epidemiologici ci dicono che l’incidenza della sepsi è in continuo aumento. Negli ultimi dieci anni, le ospedalizzazioni per sepsi sono più che raddoppiate».
«La conoscenza- concludono- della sepsi è scarsa tra la popolazione generale, ma spesso non è ottimale anche tra gli operatori sanitari. In questo senso, il ruolo delle società scientifiche è fondamentale e basilari sono i progetti di formazione ed educazione».
Sono intervenuti, oltre a Massimo Antonelli, presidente ESICM (European Society of Critical Care Medicine) e direttore Dipartimento Emergenza e Urgenza Policlinico Gemelli Università di Roma; Massimo Galli, presidente SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) e direttore di Malattie Infettive Dipartimento L. Sacco Università di Milano; Anna Teresa Palamara, presidente della Società Italiana di Microbiologia, nonché della Sezione III del Consiglio Superiore di Sanità.
Ed ancora: il Rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari; il Preside della Scuola di Medicina e Chirurgia, Francesco Vitale, Maria Letizia Di Liberti, Dir. Gen. DASOE (Dipartimento Attività Sanitarie Osservatorio Epidemiologico) e Fabrizio De Nicola, Commissario del Policlinico Universitario di Palermo.