diabete gestazionale

Dal palazzo

L'intervista al primario

Diabete durante la gravidanza, come curarlo? A Partinico un caso clinico con l’uso di metformina

L'approfondimento di Insanitas con l'intervista al primario Vincenzo Provenzano.

Tempo di lettura: 4 minuti

PALERMO. Le linee guida nazionali non prevedono l’uso di metformina nella cura del diabete gestazionale. Ma un caso clinico a Partinico ha permesso di dimostrare il contrario.

Il diabete gestazionale, come dimostrato da studi nazionali e internazionali, può causare gravi patologie. Questa forma di diabete infatti fa la sua comparsa alla 20a settimana e predispone, nella madre, al diabete di tipo 2 e a patologie cardiovascolari come ictus e infarto, mentre nel bambino può causare macrosomie fetali, patologie di natura respiratoria, problemi di ipoglicemia e ipocalcemia neonatali e infine malattie che possono compromettere le sue possibilità di vita.

In Italia i casi di diabete gestazionale corrispondono al 13% e in Sicilia, a causa della forte incidenza di casi di obesità, la percentuale può addirittura aumentare fino al 15-16%.

Se secondo le linee guida nazionali l’utilizzo della metformina per curare il diabete gestazionale è sconsigliato a favore della somministrazione di insulina, studi e ricerche internazionali invece confermano il contrario. Questo è l’assunto da cui è partito Vincenzo Provenzano (nella foto), primario del reparto di Diabetologia dell’ospedale di Partinico, nel confrontarsi con un caso clinico molto particolare che ha interessato Marilena e il suo piccolo Gaetano.

Marilena ancora prima della gravidanza, presentava un problema di iperinsulinemia e per questo motivo assumeva già metformina. Scoperto lo stato gravidico, la prescrizione, da parte dei medici dell’ospedale presso il quale era in cura, è stata quella di sospendere l’assunzione del farmaco.

«Questo ha causato un forte rebound nella paziente- spiega Vincenzo Provenzano- con un notevole aumento di peso di 9/10 kg, l’insorgenza del diabete gestazionale e con un pericolo imminente di polidramnios. Nonostante ciò la paziente nella fase iniziale non mostrava un livello di glicemia notevolmente alterato e, tenuto anche conto che in precedenza aveva avuto episodi di abortività precoce, si è deciso di comune accordo di continuare l’uso di metformina unito a una moderata attività fisica e a una dieta adeguata»

Questa procedura ha permesso di risparmiare l’aumento di peso sia della madre che del bambino, l’aumento del liquido amniotico ed ulteriori complicanze che avrebbero potuto aggravare il quadro clinico.

A sostegno della scelta del dott. Provenzano vi sono forti evidenze nella letteratura scientifica internazionale: «Le linee guida canadesi, neozelandesi, le linee guida NICE, della Federazione Internazionale Ginecologi e Ostetrici ma anche quelle dell’American College of Obstetrics and Ginecology, recentemente pubblicate – spiega Provenzano – prevedono l’utilizzo prioritario della metformina in questo tipo di pazienti».

A questo si aggiunge una monografia pubblicata sul numero dello scorso settembre della rivista della Società Europea di Diabetologia, Diabetologia, dedicata alla metformina in cui viene riservato un intero capitolo al suo utilizzo nel diabete gestazionale.

«Lo studio conclude che dopo la modifica dello stile di vita, se non si apprezzano miglioramenti, andrebbe utilizzata prioritariamente la metformina. Nel caso in cui- afferma Provenzano- la cura con metformina fallisse si dovrebbe procedere con la terapia insulinica».

È stato dimostrato da numerosi trial come lo Studio MIG che l’utilizzo di metformina in gravidanza con diabete gestazionale permette sia alla madre che al bambino di ingrassare di meno e di incorrere in patologie gravi.

«Con questo non vuol dire che sia mia intenzione cambiare le linee guida nazionali. Nel reparto di Diabetologia che dirigo infatti le direttive rimangono fedeli alle linee guida nazionali perché non è possibile adattare la terapia studiata sul caso peculiare di Marilena ad ogni tipo di paziente con diabete gestazionale o in gravidanza a rischio. In alternativa all’uso di metformina, basandoci anche in questo caso su studi internazionali- conclude Vincenzo Provenzano- preferiamo optare per l’holter glicemico unito a un’adeguata terapia insulinica che permette alla paziente di controllare il livello di glicemia e riesce ad avere effetti positivi sull’evoluzione della gravidanza».

http://www.diabetologia-journal.org/webpages/metformin.html

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