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Dalle zone rosse alle case di riposo, l’impegno dei militari contro il coronavirus

Dalle zone rosse alle case di riposo, l'impegno dei militari contro il coronavirus

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Ci sono anche loro, i militari, in prima linea contro l’emergenza coronavirus. Abbiamo seguito per un giorno il loro impiego sul territorio della Sicilia. Centinaia di uomini e mezzi con l’impiego di nuclei specializzati per intervenire nelle zone rosse, così come nelle grandi città e nelle aree periferiche.

La sanificazione
Da settimane l’Esercito ha avviato l’igienizzazione degli Istituti assistenziali in Sicilia grazie all’intervento dei nuclei specializzati di disinfettori della Brigata Aosta. Un’operazione che si è attuata principalmente nei comuni di Troina e Agira, in provincia di Enna, e a Villafrati nel palermitano, dichiarati zone rosse nell’ambito dell’emergenza sanitaria. Sono intervenuti i nuclei specializzati di disinfettori del reggimento Lancieri di Aosta (6°), del 4° Reggimento Genio Guastatori, del 62° Reggimento Fanteria “Sicilia” e del Reggimento Logistico “Aosta”. Questa tipologia di intervento, per cui l’Esercito ha specifiche competenze e peculiarità nel settore, rientra nell’ambito della medicina preventiva e dell’igiene ambientale, per contenere i rischi della diffusione del coronavirus e incrementare quindi la salubrità ambientale. “Tale expertise – spiegano dal comando militare dell’Esercito in Sicilia – è frutto dell’esperienza maturata nei vari scenari operativi in cui l’Esercito è chiamato ad operare all’estero, in questo periodo di crisi viene regolarmente impiegata anche per igienizzare infrastrutture, mezzi e materiali in dotazione alla Forza Armata”.

Controllo del territorio
A marzo il presidente della Regione aveva chiesto l’intervento dell’Esercito per il monitoraggio del territorio potenziando il numero delle pattuglie delle forze dell’ordine, ricorrendo “anche ai militari dell’Esercito impegnati in Sicilia nell’operazione Strade sicure”. Oggi i militari sono impiegati su tutto il territorio per il controllo degli accessi in stazioni, aeroporti e sullo stretto di Messina.

Mascherine e dispositivi di protezione
Il governatore Musumeci aveva chiesto celerità e prontezza. Due aspetti necessari per consentire alla Protezione Civile regionale di accelerare nelle operazioni di distribuzione dei dispositivi di protezione individuale a tutti i comuni dell’Isola e agli ospedali siciliani. La Brigata meccanizzata “Aosta” ha disposto, così, il piano di trasporti a cura del Reggimento logistico. Le prime otto tonnellate di dispositivi di protezione individuale sono partite dall’aeroporto di Boccadifalco e sono state consegnate alle Asp di Messina, Catania, Siracusa e Ragusa. Luoghi di cura, strutture per anziani, ospedali, enti, istituzioni e associazioni hanno richiesto un puntuale flusso di rifornimenti di mascherine chirurgiche e filtranti, guanti, camici, soprascarpe, cuffie, tutti presìdi sanitari che fino ad ora l’Esercito aveva trasportato solo dagli aeroporti di entrata nell’isola al deposito centrale della Protezione Civile.

La distribuzione generi alimentari
E poi c’è anche la distribuzione alimentare perché, prima che sanitaria l’emergenza rischia di essere economica e quindi sociale. Il Comando militare ha distaccato il proprio personale per la distribuzione di viveri nella chiesa San Francesco di Paola, coinvolgendo nell’attività anche l’associazione nazionale del Fante. In pochi giorni, solo nella città di Palermo, sono stati distribuiti pasti e sacchi della spesa a più di mille nuclei familiari in difficoltà.

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