Da quasi un secolo ormai la SIBS (Società Italiana di Biologia Sperimentale), una delle più antiche società scientifiche italiane, si occupa di mettere in comunicazione le diverse branche facenti parte dell’Associazione, fra le discipline biologiche sperimentali tra cui cardiologia, medicina interna, anatomia, è fondamentale per consentire l’avanzamento della ricerca biomedica. Prossima ed importante occasione di confronto sarà il prossimo meeting di Trieste.
Ad anticipare al nostro giornale alcuni degli argomenti che verranno trattati in quella sede è Francesco Cappello, professore ordinario di Istologia e docente di Anatomia umana presso l’Università di Palermo, di recente nominato Presidente della SIBS: “La medicina di oggi adopera le scoperte di ieri e dell’altro ieri. Se oggi smettessimo di fare ricerca di base domani non si potrebbe più fare ricerca clinica o sarebbe del tutto sterile, perché non ci sarebbe più la ricerca di base ad alimentare le conoscenze. Di conseguenza anche i trials clinici per sperimentare nuove terapie, nuovi approcci alla vita non potrebbero esistere”.
Nel corso dei decenni la SIBS si è naturalmente trasformata, arrivando alla sua 95esima tavola rotonda, che si terrà a Trieste. Tra le innovazioni presenti più importanti c’è quella del Digital Twin: “È un’assoluta novità in campo medico. Il ‘gemello digitale’ non è altro che la creazione di una sorta di rappresentazione digitale del paziente”, prosegue Cappello. “Adoperando tutti i suoi dati si potrà sperimentare, nella maniera più efficace, una terapia personalizzata. Si potrà testarla prima nel ‘gemello digitale’, verificandone l’efficacia, e poi utilizzarla nel paziente reale. Avviene tutto in tempi rapidissimi. Questo progetto verrà sperimentato, da me e il mio team, su larghissima scala, da Palermo fino a Milano”. Essendo questo un progetto avveniristico attualmente ne usufruiscono grandi strutture molto selezionate, ma l’obiettivo è quello di metterlo a disposizione di tutti i medici.
Sarà affrontato, durante il congresso di Trieste, anche un altro tema di grande curiosità e innovazione come quello delle nano-vescicole e biopsia liquida: “Si parla di biopsia liquida da poco tempo. Le biopsie sono sempre state intese come un prelievo di tessuto dagli organi tramite un’incisione. Questo nuovo concetto arriva nel momento in cui si è capito che il sangue può, non solo essere studiato con le tecniche conosciute della biochimica clinica, ma essere anche investigato da un punto di vista molecolare anche per quanto riguarda la presenza di marcatori tumorali”, continua il presidente.
A Palermo esiste già chi pratica biopsia liquida da tanti anni ad altissimi livelli. Oltre al ritrovamento di marcatori tumorali, la biopsia liquida è utile anche per altre ragioni. Il team del presidente Cappello ha potuto lavorare con questa nuova tecnica sull’aspetto delle nano-vescicole: “Anche dette nell’uomo esosomi, sono state scoperte più di cento anni fa dagli istologi. Questi le avevano classificate come ‘i sacchetti della spazzatura’ delle cellule. Poi si è visto che queste piccolissime vescicole, rilasciate all’esterno della cellula, circolano nel sangue e possono anche superare le cosiddette barriere presenti nel nostro corpo, la più conosciuta è quella ematoencefalica. In questo modo possono raggiungere anche il sistema nervoso centrale partendo, per esempio, dall’intestino e attraversando tutti gli organi”.
Le nano-vescicole trasportano dei segnali di benessere o di malattia: “Un esempio classico rispetto alle nano-vescicole e al loro interessamento nell’asse intestino – cervello è: se il nostro intestino è normale le nano-vescicole viaggeranno trasportando dei segnali omeostatici positivi, viceversa se il nostro intestino è irritato, le nano-vescicole prodotte potranno portare dei messaggi al nostro sistema nervoso centrale in grado di alterare l’omeostasi dell’interazione neurone-neurone, facendo emergere patologie d’interesse anche neuropsichiatrico (come la depressione). Questo tipo di patologie vanno trattate riconoscendo cosa le ha scatenate, l’irritazione intestinale o altre cause”, conclude Cappello.