Dai cenacoli fra colleghi alla nascita del S.I.O.D., è iniziato circa 40 anni fa il percorso di Giulio Leghissa, segretario generale del Sindacato Italiano Odontoiatria Democratica, per la tutela della professione: “Abbiamo cominciato con degli incontri fra gruppi di colleghi per discutere insieme di esperienze lavorative, aggiornamenti e con tempo ci siamo resi conti di una forte carenza nella rappresentanza di quelle che per noi erano le battaglie principali per il futuro della categoria così nel 2016 abbiamo fondato il Sindacato Italiano di Odontoiatria Democratica.”
“Abbiamo notato una opposizione ed una resistenza continua verso l’innovazione, un esempio? La guerra contro gli ECM che per noi sono fondamentali – afferma Leghissa – o ancora la continua resistenza verso il riconoscimento della categoria professionale degli Igienisti Dentali, considerati come una sorta di competitor del medico odontoiatra quando in realtà rappresentano una risorsa fondamentale per ogni buon studio odontoiatrico che sia al passo coi tempi”.
“Il sindacato è nato parallelamente all’attività dei Cenacoli che continua con successo. Una delle battaglie più importanti che abbiamo condotto è stata quella per il riconoscimento della figura professionale degli ASO (Assistenti Studio Odontoiatrico) che hanno dei compiti fondamentali e molto delicati che prima, sembra di parlare di un secolo fa invece sono solo pochi anni, venivano affidati alla buona volontà della ragazza che fino al giorno prima si occupava di tutt’altro. Occorre comprendere – continua Leghissa – che la figura dell’ASU è alla base della concezione dell’odontoiatria, così come quella dell’Igienista Dentale. Sono professionalità che presuppongono il lavoro di squadra per la corretta tutela della salute del cittadino. Un ferro non bene sterilizzato può determinare conseguenze nefaste per un paziente, come una non corretta igiene dentale può esporre a conseguenze talvolta anche gravi. Non valorizzare queste professioni vuol dire mandare giovani lavoratori allo sbaraglio a diretto contatto con il rischio biologico”.
“La Gazzetta Ufficiale del 6 aprile 2018 finalmente ha pubblicato il decreto di istituzione dell’ASO, peccato che nel tavolo delle trattative c’erano tutti i sindacati che per anni si sono opposti, tutti tranne noi – afferma Fulvia Magenga, segretaria Generale S.I.A.S.O. (Sindacato Italiano Assistenti Studio Odontoiatrico) questo ha determinato un testo carente in diverse parti ed oltre al danno ora c’è anche la beffa: di fatto è stata introdotta surrettiziamente un’altra figura professionale, quella indeterminata ed indeterminabile dell’C.S.O. (Collaboratore di Settore Odontoiatrico) che per altro ha avuto il placet del principale sindacato di categoria degli odontoiatri e dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. In via di fatto un escamotage per eludere la norma, una cosa vergognosa”.
“Purtroppo nel nostro settore c’è ancora molto da lavorare. Basti pensare che in Italia più del 50% della popolazione non può permettersi le spese mediche odontoiatriche per problemi di carattere economico. Se non si affronta questo tema non si farà mai un vero passo avanti. Abbiamo presentato due proposte di legge per l’istituzione del Medico Odontoiatra di Famiglia, ma sono ferme al palo. Così viviamo quotidianamente dentro un controsenso – fa notare Leghissa – da un lato ci sono milioni di italiani che non possono permettersi le cure dentistiche e dall’altro lato centinaia di giovani odontoiatri che non trovano lavoro e sono costretti ad andare all’estero dove le cure mediche sono previste e coperte in buona parte dal servizio pubblico”.
La normativa nazionale in materia di assistenza odontoiatrica è costituita principalmente dal D.lgs. 502/1992, che definisce i criteri per la determinazione dei livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) e dal DPCM 12 gennaio 2017. Tali disposizioni nazionali prevedono che l’assistenza odontoiatrica a carico del SSN sia limitata ai programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva (0-14 anni) e ad alcune determinate categorie di soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità. Ogni altra prestazione è a pagamento determinando un forte disincentivo che poi, a causa delle ormai dimostrate correlazioni fra patologie molto diffuse quali la parodontite ed altre malattie quali cardiopatie, artrite reumatoide, diabete, Alzheimer, non solo rappresentano un vulnus per la salute dei nostri pazienti ma anche un aggravio di spesa a carico del sistema sanitario nazionale. (Parodontite, i rischi nascosti di una delle patologie più diffuse al mondo)
Perché questa resistenza ad un diritto essenziale ed anche abbastanza banale come quello delle cure mediche dentistiche?
“Molto semplice, si guadagna molto di più con le tariffe pazze dell’assistenza privata rispetto ad un eventuale tariffa standard concordato e rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale. C’è una fortissima resistenza anche al recepimento di diverse direttive europee. In quasi tutta Europa infatti l’assistenza dentistica di base e la prevenzione è coperta dal servizio pubblico quindi totalmente gratuita per il paziente, Germani, Inghilterra, Franci è così … qui in Italia siamo ancora terzo mondo. Su questi ed altri temi cerchiamo di fare una comunicazione continua. Abbiamo anche mandato una lettera al Ministro Speranza, pubblicata sul sito www.teamatwork.org che ospita gli aggiornamenti su tutte le nostre attività ed anche una serie di interessanti approfondimenti clinici e scientifici”.
C’è infine il problema dell’abusivismo, negli ultimi due anni solo in Sicilia ci sono state 450 segnalazioni per esercizio abusivo della professione (leggi qui l’articolo pubblicato da insanitas)
“Anche questo è un dramma per la nostra professione che va combattuto con un controllo pubblico degli studi odontoiatrici. Molto spesso vince l’idea che trattandosi di fatto di studi privati ciascuno può fare quello che vuole ed in questo contesto proliferano gli abusivi da un canto e, spiace dirlo, i prestanome dall’altro, cioè colleghi che aprono diversi studi per poi lasciare di fatto l’esercizio della professione a soggetti non titolati e non autorizzati. Per questo come sindacato portiamo avanti una battagli per approvare la legge contro l’abusivismo nella nostra professione, un tema questo che per altro è legato a quello precedente, cioè alla mancanza di assistenza gratuita di base per cui i pazienti ovviamente tendono al risparmio non curandosi degli inganni che si possono celare dietro tariffe troppo concorrenziali”.