È un neopensionato anche se ammette che sta valutando altre proposte. L’infettivologo Giovanni Rezza si appresta con serenità alla sua nuova vita, come ha raccontato in un’intervista al Corriere delle Sera. Lo scorso fine settimana ha lasciato il ministero della Salute, un addio arrivato in concomitanza con un altro annuncio, quello dell’Oms, che ha dichiarato conclusa l’emergenza Covid. “Chiudere così è un modo significativo”, ha commentato.
Poi ha sorriso: “Me ne vado via tranquillo, ora che la pandemia è finita posso riposare“. Un meritato riposo, è il caso di dirlo, dopo un tour de force. “Sono stati anni durissimi”, ha commentato l’infettivologo che era stato nominato nel maggio 2020 a capo del dipartimento di Prevenzione.
Arriva dunque la pensione, ma Rezza ha ammesso di non voler chiudere completamente con la sua attività. “Non smetto di lavorare. Sto valutando alcune proposte”, ha spiegato. Quel che si conclude sono gli anni difficili legati al Covid. “Termina la mia esperienza, drammatica per le decisioni che abbiamo dovuto prendere. Non avrei scommesso che il direttore Oms Tedros Ghebreyesus si sarebbe lasciato convincere dai suoi tecnici a pronunciare la parola fine, lui uomo molto prudente. Significa che i dati sono più che convincenti”.
Il Covid è alle corde ma non definitivamente sconfitto visto che si parla di Arturo, nuova variante. Ma Rezza tiene a precisare: “Non chiamiamola variante. È una ricombinazione di virus derivati da Omicron, il ceppo che circola da oltre un anno. La popolazione ne è ampiamente protetta perché o si è vaccinata o si è infettata. È un virus che a parte qualche lieve innalzamento di contagi non sarà causa di congestione degli ospedali. L’azione di sorveglianza va avanti come è scritto nell’ultima circolare”.
Chi è Giovanni Rezza
Giovanni Rezza, romano, il 6 maggio ha compiuto 69 anni, È un medico con specializzazione in Malattie infettive e Igiene e Medicina preventiva. Dal 2020 il suo volto è diventato celebre per l’impegno contro il Covid in qualità di dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di Sanità. Soprattutto nei primi mesi della pandemia, ogni giorno gli italiani potevano ascoltarlo al fianco dell’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, per dare informazioni e rispondere alle domande dei giornalisti.
Laureato in Medicina all’Università di Roma La Sapienza, nel 1978, perfezionò gli studi medici specializzandosi in Igiene e Medicina preventiva nel 1982, e in Malattie infettive nel 1986. Dal 1991 fu dirigente di ricerca all’Istituto superiore di Sanità di Roma e dal 2009 direttore del Dipartimento di Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate.
Autore di oltre 400 articoli su riviste scientifiche, è da tutti riconosciuto come grande esperto di Hiv, influenza e infezioni emergenti come Chikungunya, West Nile virus, febbre emorragica Congo-Crimea e febbre Q.