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Salute e benessere

Intervista al Dott. Dendramis

Covid-19 e sindrome di Brugada, la Sicilia fa scuola con le nuove linee guida

Ecco i suggerimenti sulla gestione farmacologica, anestesiologica ed in terapia intensiva dei pazienti con sindrome di Brugada che contraggono l’infezione da COVID-19

Tempo di lettura: 4 minuti

La pandemia da COVID-19 si diffonde velocemente in tutto il mondo e la comunità scientifica è in continuo aggiornamento circa lo studio dei trattamenti più efficaci per far fronte alla sfida che questa infezione virale richiede soprattutto per i pazienti più complessi e fragili.

Ad oggi mancano dati specifici per quanto riguarda le cure di supporto in terapia intensiva per pazienti con infezione da COVID-19 e concomitanti patologie cardiache aritmiche come la sindrome di Brugada, e le attuali raccomandazioni terapeutiche si basano solo sull’esperienza clinica quotidiana.

I pazienti con sindrome di Brugada sono particolarmente a rischio di aritmie ventricolari fatali se la temperatura corporea supera i 39°C, pertanto sono necessari importanti accorgimenti affinché si possano evitare significative complicanze durante la gestione ospedaliera e non di tali pazienti.

La collaborazione scientifica ormai pluriennale tra il Dottor Gregory Dendramis, cardiologo ed elettrofisiologo presso l’ARNAS Civico di Palermo ed il Prof. Pedro Brugada Direttore del Rhythm Management Center dell’Università di Bruxelles, fornisce alla comunità medica internazionale le prime importanti linee guida sulla gestione farmacologica, anestesiologica ed in terapia intensiva dei pazienti con sindrome di Brugada che contraggono l’infezione da COVID-19. I suggerimenti da attuare derivano dalle evidenze scientifiche sinora disponibili e sono stati appena pubblicati dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale, “PACE” (Pacing and Clinical Electrophysiology), giornale ufficiale della Società Mondiale di Aritmologia.

I suggerimenti, raggruppati in vari paragrafi, riguardano in particolare: raccomandazioni generali sulla gestione di questi pazienti in terapia intensiva; raccomandazioni circa la gestione anestesiologica generale ed in anestesia locale; monitoraggi strumentali opportuni durante il ricovero per evitare lo sviluppo di complicanze aritmiche; le terapie farmacologiche consigliate e quelle da evitare o attuare con particolare attenzione; la gestione dei dispositivi impiantati come pacemaker, ICD, CRT.

Di seguito riassumiamo brevemente i punti chiave delle linee guida sul management ospedaliero e non ospedaliero dei pazienti con sindrome di Brugada ed infezione da COVID-19:

 

  • L’infezione da COVID-19 si diffonde rapidamente in tutto il mondo e le unità di terapia intensiva di si stanno preparando alle sfide che questa pandemia prevede, specialmente nei riguardi dei pazienti più fragili e con altre concomitanti patologie.
  • Come sappiamo dalla pratica clinica quotidiana, i pazienti COVID-19 possono sviluppare gravi complicanze cardiache come miocardite, insufficienza cardiaca ed aritmie; per questo motivo una corretta gestione clinica è molto importante per tutti i pazienti con infezione da COVID-19 ma soprattutto per quelli con malattie cardiache aritmiche come la sindrome di Brugada.
  • Ad oggi mancano dati specifici sui trattamenti intensivi di supporto per i pazienti con sindrome di Brugada e concomitante infezione da COVID-19 e le attuali raccomandazioni si basano su casi clinici esistenti e derivano dalla pratica clinica quotidiana in assenza di una gestione farmacologica ed intensiva specifica.

A questo proposito il Dott. Dendramis intervistato da In Sanitas spiega: “siamo consapevoli della continua necessità di ulteriori evidenze e studi che potrà fornirci tutta la comunità scientifica, in particolar modo nella gestione dei pazienti più fragili, ma ad oggi con questo nostro contributo: speriamo di poter fornire ai colleghi di tutto il mondo impegnati in questa importante battaglia un adeguato quadro di partenza con utili suggerimenti clinici. Seguire le regole di prevenzione fornite dalla comunità scientifica e dalle autorità competenti è il primo ed il più importante consiglio, ma al di là delle fondamentali strategie di sanità pubblica per la prevenzione della diffusione dell’infezione virale, è opportuno attuare anche specifiche precauzioni aggiuntive soprattutto nei confronti dei pazienti affetti da importanti e specifiche malattie cardiovascolari. Le precauzioni aggiuntive sono riguardanti i suggerimenti già sopra elencati e che nelle loro specifiche clinico-tecniche vengono analiticamente sviluppati nelle linee guida appena pubblicate”.

PUBBLICAZIONE: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/pace.14044

 

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